2012-01-26 14:08:57

India: attaccata casa di un pastore protestante in Orissa. Le ong: "cristianofobia" nel governo


Un uomo indù ha attaccato la casa di un Pastore protestante nel distretto di Kandhamal, nello stato di Orissa, teatro delle violenze anticristiane verificatesi nel 2008. L’episodio, avvenuto ieri pomeriggio nel villaggio di Adigar, ha riportato la paura fra i cristiani che, secondo l’agenzia Fides, “si sentono insicuri”. La famiglia del Pastore Pabita Mohan Kota è stata colta di sorpresa quando un uomo indù, identificato come Jaleshwar Pradhan, abitante dello stesso villaggio, ha iniziato a lanciare pietre e mattoni contro l’abitazione, ha spintonato le figlie del Pastore, gridando: “Voi cristiani non dovete vivere qui, questa non è la vostra terra. Il massacro di Kandhamal non vi è bastato: questa sarà per voi la vostra tomba”. Il lancio di pietre è continuato per decine di minuti. La moglie del pastore, impaurita, si è subito allontana con le figlie. La casa del Pastore Kota era già stata distrutta durante gli attacchi del 2008 e molti mattoni erano nei pressi dell’abitazione, ancora in fase di ricostruzione. Al momento dell’attacco, il Pastore era fuori casa. I cristiani hanno denunciato l’incidente alla polizia locale, affermando che l’aggressore era in stato di ebbrezza. Anche se i danni alla casa non sono gravi, “c’è una sorta di tortura psicologica, la pressione sui cristiani è fortissima”. In un nota inviata sempre alla Fides, Organizzazioni della società civile indiana, cristiane e non cristiane, segnalano le sconcertanti dichiarazioni di un Ministro Federale per le Energie rinnovabili, Janab Farooq Abdullah, per il quale si chiede “l’immediata destituzione dal governo”. Farooq Abdullah, in passato Primo Ministro nello Stato di “Jammu e Kashmir”, ha espresso pubblicamente sostegno alla decisione di un tribunale islamico del Kashmir che ha emesso un ordine di espulsione per tre missionari, due protestanti (i Pastori C.M. Khanna e Gayoor Masih) e uno cattolico (padre Jim Borst), falsamente accusati di "conversioni fraudolente". Secondo le Ong, fra le quali il “Global Council of Indian Christians”, “un ministro federale, che ha l'obbligo di rispettare la Costituzione dell'India, ha avallato l'azione incostituzionale di una corte islamica che ha espulso cittadini indiani”. Tale decisione – si teme – può portare “a una ‘Fatwa’ contro i cristiani nel Kashmir e forse in tutta l'India, che sarebbe sostenuta da un Ministro”. La sua presenza nell’esecutivo, notano le Ong, “darà legittimità alle forze anti-costituzionali, anti-laiche e anti-nazionali”. (E.B.)







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