Il premier Cameron da Davos: "La Tobin tax è una follia"
Disoccupazione e imprese al centro del Consiglio Europeo del prossimo 30 gennaio.
A dettare l’agenda è stato il presidente dell’Ue, Herman Van Rompuy. Prima del vertice,
dedicato anche al Fondo salva-Stati, ci sarà un trilaterale informale tra i leader
di Francia, Germania e Italia, che si terrà prima del summit ufficiale. Intanto a
Davos, dove si sta svolgendo il World Economic Forum, il premier britannico Cameron
è tornato a tuonare contro l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie
in Europa, da lui definita “pura follia”. Questa presa di posizione così netta non
rischia di spaccare ulteriormente l’Europa? Salvatore Sabatino lo ha chiesto
a Luigi Paganetto, presidente della Fondazione economia dell’Università Tor
Vergata di Roma:
R. – Non
credo, perché non c’è chi sia veramente convinto di questa tassa. Al di là delle diverse
posizioni, è una scelta - o sarebbe una scelta - poco realistica: tutti siamo convinti
che bisogna mettere ordine nel sistema finanziario internazionale, ma bisogna farlo
con gli strumenti che si stanno predisponendone anche a livello d’Europa, oltre che
di altri Paesi.
D. – Eppure la "Tobin tax" è un cavallo di battaglia,
per esempio, del presidente francesce, Sarkozy, appoggiato dalla cancelliera tedesca
Merkel e dal premier italiano Monti. Quanto potrà essere realizzabile e quanto ?
R.
– Credo sia una tassa che per funzionare dovrebbe essere adottata da tutti i Paesi,
perché altrimenti succederebbe quello che lo stesso Cameron ha detto: quelli che non
la adottano vedrebbero arrivare i capitali, mentre quelli che la adottano vedrebbero
ridurre gli investimenti nelle loro aree. Quindi, o si arriva ad un accordo generale
– e questo, se fosse possibile, sarebbe certamente opportuno – o resta un'ipotesi
idealistica, difficile da realizzare.
D. – Cameron ha inoltre lanciato,
durante il suo discorso a Davos, una sfida alla Banca centrale europea, dicendo che
può fare molto di più…
R. – Questa è una cosa che non dice solo Cameron:
lo diciamo anche noi come Paese e sosteniamo che uno dei problemi più importanti che
deve affrontare l’Europa è proprio quello di dare autonomia di intervento alla Banca
centrale europea. E' chiaro che la speculazione avrebbe le unghie tagliate da un comportamento
della Banca centrale europea simile a quella della Banca d’Inghilterra, che può intervenire
e comprare titoli quando ci fosse un rifiuto del mercato di farlo. A questo punto,
ci sarebbe naturalmente una emissione di moneta e quindi un poco di inflessione ed
è certamente meglio dell’instabilità che stiamo vivendo. Questo è un punto su cui
la Merkel è molto titubante e su cui le autorità europee dovrebbero arrivare a trovare
una qualche forma di consenso, anche se non attraverso direttamente la Bce, ma con
qualche organo che facesse supplenza in questa direzione. (mg)