Congo: aumentano gli sfollati nella regione del Katanga a causa di gruppi ribelli
“Si avvicina a 18.000 il numero degli sfollati ma è quasi impossibile conoscerne il
numero esatto. In molti si nascondono nella foresta. I campi per gli sfollati nel
Katanga ormai sono quattro: Pweto, Mitwaba, Manono, Malemba. L’assistenza umanitaria
tarda. Non sappiamo più dove sbattere la testa”: è la drammatica testimonianza consegnata
all'agenzia Misna da mons. Fulgence Muteba Mugalu, vescovo di Kilwa-Kasenga, nella
provincia del Katanga, situata nel sud della Repubblica Democratica del Congo. Già
nelle settimane scorse il presule aveva denunciato il peggioramento della situazione
nella sua diocesi a causa della ripresa delle attività di un gruppo ribelle guidato
da Kyungo Mutanga, alias Gedeon, evaso in settembre. “La tensione – racconta– è salita
domenica 15 gennaio a Kisele, in un villaggio di circa 7000 abitanti, a causa di voci
sull’arrivo imminente di Gedeon e dei suoi uomini. In un batter d’occhio sono fuggiti
tutti gli abitanti. Qualche ora dopo anche le popolazioni di altri villaggi, presi
dal panico, hanno abbandonato le loro abitazioni”. I civili temono possibili scontri
tra i ribelli e i militari regolari, ma anche possibili abusi da parte di questi ultimi.
“A Mitwaba – denuncia il vescovo – hanno raccontato della vendita clandestina, da
parte di uomini in divisa, di effetti personali degli sfollati”. Consegnatosi il 12
maggio 2006 alle forze Onu dispiegate a Mitwaba, Gedeon era stato condannato a morte
dal tribunale militare di Lubumbashi per crimini contro l’umanità commessi tra il
2001 e il 2006 nella diocesi di Kilwa-Kasenga. “La pace nella nostra diocesi, nota
purtroppo come ‘triangolo della morte’, è durata solo sei anni – si rammarica mons.
Muteba – ma tutta la popolazione auspica un suo pronto ritorno nella regione”. Per
ottenerla - conclude - è necessario arrestare Gedeon. “Uomini ben armati gli stanno
dando la caccia ma lo stato attuale della giungla, santuario naturale di questo signore
della guerra, e le piogge abbondanti nella nostra regione rendono la loro missione
difficile, anche se non impossibile”. (E. B.)