2012-01-26 14:07:48

Congo: aumentano gli sfollati nella regione del Katanga a causa di gruppi ribelli


“Si avvicina a 18.000 il numero degli sfollati ma è quasi impossibile conoscerne il numero esatto. In molti si nascondono nella foresta. I campi per gli sfollati nel Katanga ormai sono quattro: Pweto, Mitwaba, Manono, Malemba. L’assistenza umanitaria tarda. Non sappiamo più dove sbattere la testa”: è la drammatica testimonianza consegnata all'agenzia Misna da mons. Fulgence Muteba Mugalu, vescovo di Kilwa-Kasenga, nella provincia del Katanga, situata nel sud della Repubblica Democratica del Congo. Già nelle settimane scorse il presule aveva denunciato il peggioramento della situazione nella sua diocesi a causa della ripresa delle attività di un gruppo ribelle guidato da Kyungo Mutanga, alias Gedeon, evaso in settembre. “La tensione – racconta– è salita domenica 15 gennaio a Kisele, in un villaggio di circa 7000 abitanti, a causa di voci sull’arrivo imminente di Gedeon e dei suoi uomini. In un batter d’occhio sono fuggiti tutti gli abitanti. Qualche ora dopo anche le popolazioni di altri villaggi, presi dal panico, hanno abbandonato le loro abitazioni”. I civili temono possibili scontri tra i ribelli e i militari regolari, ma anche possibili abusi da parte di questi ultimi. “A Mitwaba – denuncia il vescovo – hanno raccontato della vendita clandestina, da parte di uomini in divisa, di effetti personali degli sfollati”. Consegnatosi il 12 maggio 2006 alle forze Onu dispiegate a Mitwaba, Gedeon era stato condannato a morte dal tribunale militare di Lubumbashi per crimini contro l’umanità commessi tra il 2001 e il 2006 nella diocesi di Kilwa-Kasenga. “La pace nella nostra diocesi, nota purtroppo come ‘triangolo della morte’, è durata solo sei anni – si rammarica mons. Muteba – ma tutta la popolazione auspica un suo pronto ritorno nella regione”. Per ottenerla - conclude - è necessario arrestare Gedeon. “Uomini ben armati gli stanno dando la caccia ma lo stato attuale della giungla, santuario naturale di questo signore della guerra, e le piogge abbondanti nella nostra regione rendono la loro missione difficile, anche se non impossibile”. (E. B.)







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