Reporter sans frontieres: 2011 anno buio per la libertà di stampa
Anno buio il 2011 per la libertà di stampa. Reporter sans frontieres, che ogni anno
misura il lavoro dei giornalisti nei 179 paesi del mondo, quest’anno punta il dito
non solo contro i regimi totalitari ma anche contro le democrazie, dove la situazione
nell’ultimo anno è peggiorata. Servizio di Francesca Sabatinelli:
Repressione,
censura, violenza, si sono scatenate nel 2011 contro i giornalisti che mai come quest’anno
sembrano aver dato molto fastidio a chi vuole mettere a tacere la libertà di informazione.
Il rapporto segna lo scivolamento verso posizioni più basse di Stati Uniti, Francia,
e anche Italia, piazzata al 61.posto. Paesi virtuosi si riconfermano Finlandia e Norvegia,
primo posto ex aequo. Le posizioni peggiori a livello europeo sono occupate da Bulgaria
e Grecia. Tra i paesi toccati dalla Primavera Araba a migliorare è stata solo la Tunisia,
l’Egitto, dove si sono registrate molte violenze contro i giornalisti, perde 39 punti
e arriva al 166mo posto. Peggiorano, come mai finora nella loro storia, Siria, Bahrain
e Yemen. Maglia nera a Eritrea, Corea del Nord e Turkmenistan. Il controllo delle
notizie e dell'informazione continua a essere una tentazione per i governi ed è una
questione di sopravvivenza per i regimi totalitari e repressivi, scrive Reporter sans
frontieres, che denuncia dittature assolute che non permettono libertà civili. Siria,
Iran e Cina, si legge nel rapporto, sembrano aver perso il contatto con la realtà,
avendo avviato un'insana spirale di terrore. Per quanto riguarda l’Italia, dove una
dozzina di giornalisti sono sotto protezione, con le dimissioni di Berlusconi, si
legge, il paese ha voltato la pagina del conflitto di interesse. Ciò nonostante il
basso posizionamento in classifica porta ancora i segni del vecchio governo, soprattutto
per il nuovo tentativo di introdurre una legge bavaglio e per l'intenzione di filtrare
arbitrariamente i contenuti della Rete.