2012-01-25 13:57:43

Obama nel discorso sullo stato dell'Unione: "L'America oggi è più forte, ora sia più giusta"


Il presidente Obama ha pronunciato questa notte l’atteso discorso sullo stato dell'Unione, il terzo da quando è al timone degli Stati Uniti. Un intervento, il suo, tutto incentrato sulla crisi economica, e con un breve ma significativo accenno alla questione nucleare iraniana. Il servizio di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

“I will not stand by when our competitors don't play by the rules!”...
Una sfida più che un discorso, per rimanere uniti, anche durante il periodo più buio che gli Stati Uniti abbiano vissuto dal punto di vista economico. Obama guarda al futuro con determinazione e speranza e parla di un’America più giusta, “costruita per durare”, un Paese in cui tutti tornino ad avere le stesse opportunità, dove le regole siano uguali per tutti, dove le imprese che creano posti di lavoro siano premiate e quelle che delocalizzano, penalizzate. E soprattutto un Paese dove i ricchi paghino più tasse, per investire di più in istruzione, sanità e ricerca. Un discorso bollato dai giornali come elettorale e populista. Ma quanto si può leggere tutto questo in chiave elettorale? Nico Perrone, docente di Storia americana presso l’Università di Bari:

R. – Direi che il discorso di Obama è un po’ tutto elettorale e populista, però si è poi anche visto che dopo i suoi slogan – penso agli slogan della prima campagna elettorale – qualche cosa l’ha fatta: per esempio l’assistenza sanitaria, che non è poco per l’America.

D. - Obama ha rispolverato anche il glorioso slogan che lo portò alla vittoria nel 2008: “Yes we can”, affermando che oggi gli Stati Uniti sono più forti di 4 anni fa. Ma quanto è cambiata l’America sotto la sua presidenza?

R. – L’America è diventata realista: ha messo da parte l’arroganza illimitata del potere ed ha imparato a fare i conti con la realtà. Questo Obama lo sa fare molto bene e fa in modo che anche gli americani capiscano che è necessario farlo.

D. – Una realtà - quella che ha dovuto affrontare - comunque molto dura, con una crisi economica che ha piegato gli Stati Uniti…

R. – La realtà è molto dura; la crisi economica è ancora più dura. Tutto sommato Obama ha pensato, e in qualche modo lo ha fatto, di affrontare la crisi finanziaria togliendo il di più che hanno i ricchi e non facendo pagare soltanto ai poveri, come invece si è fatto in Europa. Questo dobbiamo ritenerlo – credo – positivo.

D. - Infine una forte presa di posizione sull’Iran: “l'America – dice Obama – è determinata ad impedire che ottenga l'arma nucleare, e io non tolgo alcuna opzione dal tavolo”. Una risposta chiara a chi in questi anni lo ha accusato di essere timido in politica estera. E’ davvero così debole?

R. – Obama non è stato debole in politica estera: Obama è stato realista. Sa che al di là delle parole, delle minacce, al di là dell’invito agli alleati ad essere solidali, non ha oggi i mezzi per fare grandi cose. L’America non ha più la supremazia assoluta nel mondo: non quella militare, perché c’è il terrorismo che fa paura pur non avendo le bombe atomiche; e non quella economica. Obama lo ha capito e ne tiene conto. Quindi gli slogan non li mette da parte, ma certa di dare agli slogan un contenuto relistico. (mg)







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