India. Karnataka: aggrediti e umiliati 20 cristiani in preghiera accusati di proselitismo
Decine di attivisti indù del Rss (Rashtriya Savayansevak Sangh) hanno attaccato 20
cristiani della New Life Felloship in una casa privata, a 3km dalla città di Haliyal
(Uttar Kannada, Karnataka). È accaduto il 23 gennaio scorso. “Anche nel 2012 – commenta
Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) all'agenzia
AsiaNews – non c’è tregua per i cristiani. Siamo già al terzo incidente anticristiano,
nel primo mese dell’anno”. Accusando i presenti di proselitismo e conversioni forzate,
gli ultranazionalisti hanno iniziato a picchiare Kishore Kavalekar, un fedele, e il
rev. Chandrakanth Kalappa Chavan, 27 anni, sotto gli occhi della moglie Vandana, 24
anni, e della figlia di 3 anni. Dopo aver strappato i vestiti del pastore, gli attivisti
l’hanno trascinato per tutto il villaggio. Infine, gli aggressori lo hanno legato
a un albero vicino a un tempio indù e chiamato la polizia di Haliyal. Le forze dell’ordine
hanno arrestato il rev. Chandrakanth e Kishore, imprigionandoli per 24 ore, lasciando
liberi gli attivisti del Rss. Dal 2008 il Karnataka è guidato dal Bjp (Bharatiya Janata
Party), partito ultranazionalista che sostiene gruppi e movimenti estremisti indù
appartenenti all’ampio ombrello del Sangh Parivar. Tra questi, il Rss (Rashtriya Swayamsevak
Sangh), il Vhp (Vishwa Hindu Parishad) e il Bajrang Dal, spesso responsabili delle
violenze contro dalit e cristiani. “La complicità tra il governo del Bjp e le forze
ultranazionaliste – afferma il presidente del Gcic – sta mettendo in serio pericolo
la sopravvivenza dei cristiani in Karnataka. Domani, l’India celebra la 62ma Festa
della Repubblica: è imperativo che le credenziali laiche della nostra Costituzione
siano seguite e garantite in tutti gli Stati del Paese”. Di recente, anche altri Stati
indiani sono stati teatro di persecuzione anticristiana. Nel Jammu e Kashmir, un tribunale
islamico (che non ha alcuna autorità legale) ha decretato l'espulsione di cinque missionari
cristiani, tra cui il pastore CM Khanna e padre Jim Borst. “I cristiani – aggiunge
Sajan George – sono trattati come cittadini di seconda classe non solo dalle forze
ultranazionaliste, ma anche dalle autorità. Con l’avvicinarsi della Festa della Repubblica,
è tempo che lo Stato assicuri alla minoranza cristiana i suoi diritti costituzionali”.
(R.P.)