Sciopero tir, la protesta va avanti. Monti: "Il rispetto della legalità si deve esigere"
''Vogliamo riformare l'Italia nella comprensione delle categorie ma facendo rispettare
le leggi”: questa la linea del governo Monti sullo sciopero dei tir, che si è esteso
a tutto il Paese e che sembra destinato a durare fino a venerdì prossimo. Oggi, alla
protesta si unisce anche il dolore per la morte ad Asti di un manifestante, investito
dal mezzo guidato da una collega tedesca che è stata arrestata. Per il sindacato Trasporto
unito i blocchi saranno rimossi ma la mobilitazione continua. La situazione è intollerabile,
avverte da parte sua il garante. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Un astigiano
travolto e ucciso da un tir tedesco: è l’ultimo tragico atto di una protesta che sta
paralizzando l’Italia. Mezzi pesanti fermi ai caselli, da nord a sud: “Non ostacoliamo
il traffico", dicono i manifestanti, ma a Roma il prefetto ha vietato i loro assembramenti.
Disagi anche nei porti, manca il carburante e chiudono molte stazioni di servizio.
Non c’è consegna merci e, tra l’altro, si fermano le attività dei primi due turni
negli stabilimenti Fiat. Le situazioni peggiori in Calabria Sicilia e Sardegna. Ora,
si teme anche per le risorse alimentari, Per la Coldiretti, sono a rischio al giorno
50 milioni di euro di prodotti alimentari deperibili. Molto critica la posizione della
Cgil e di Confindustria e il garante non esclude la precettazione. Roberto
Alesse presidente dell'Autorità:
“Chi vuole manifestare
e rivendicare indicare in modo legittimo i propri diritti lo deve fare rispettando
la legge: noi ci troviamo di fronte a degli scioperi che sono selvaggi. L’Italia non
si può fermare”.
Intanto, si pronuncia anche la politica: diverse
le sollecitazioni al governo dal Pdl e dall’Udc La linea del premier è il rispetto
della legalità e del libero movimento delle merci, pur garantendo il diritto di sciopero.
“Abbiamo
deciso di proseguire con la protesta, ma lanciamo un appello: basta forzature, tensioni,
blocchi, chi vuole circolare circoli". Così Trasportounito, che invita a placare le
tensioni ma denuncia anche un mancato confronto col governo. Sentiamo Sandro De
Caro di Trasportounito, intervistato da Gabriella Ceraso:
R. – Noi,
come Trasportounito, abbiamo dato dei segnali, abbiamo scritto ai nostri presidi di
scaricare la tensione: quello, però, che stiamo verificando è che sta diventando più
grossa di me gestire la situazione, perché mentre c’è un presidio autorizzato fisso,
spontaneamente i tir stanno invadendo e creando il panico stradale. Purtroppo, il
governo ci sta ignorando e anche i partiti non si stanno nemmeno preoccupando di andare
a capire cosa sta succedendo, per poter avere anche una loro posizione, visto che
le norme sbagliate fino ad oggi vengono dal parlamento. Non credo sia con la precettazione
che si possa risolvere il problema. Arriviamo a impegni seri e concreti a ridiscutere
la legge, che prevede i costi minimi. Noi chiediamo che lo sconto all’autostrada avvenga
al casello, in modo immediato. Chiediamo che per quanto riguarda le anticipazioni
sulle accise possa avvenire anche un sistema in fattura.
D. – Tutte
istanze che, comunque, domani potrete portare al tavolo di confronto con il governo:
me lo può confermare?
R. – Mi dispiace deluderla, ma l’incontro che
c’è domani riguarda la questione siciliana e Trasportounito non è invitato a quell’incontro:
la rappresentanza di tutti gli autotrasportatori spontanei sono invitati a questo
tavolo… Non ci si può scegliere l’interlocutore.(mg)