Libia: attacco alla sede del Cnt, si dimette il numero due del governo provvisorio
Resta alta la tensione nella Libia del dopo Gheddafi. Circa un migliaio di manifestanti
hanno dato l'assalto alla sede del governo provvisorio a Bengasi e tentato l’aggressione
nei confronti del presidente del Consiglio Nazionale di Transizione, Abdel Jalil,
costretto ad abbandonare l’edificio insieme ad altri dirigenti del governo libico.
I dimostranti hanno appiccato il fuoco alla facciata della sede governativa, spaccato
i vetri delle finestre e danneggiato un blindato che sostava nei pressi. Nei giorni
scorsi lo stesso edificio era stato bersagliato da tre granate artigianali. I manifestanti
chiedono da settimane che le nuove autorità si mostrino più trasparenti nella gestione
delle risorse e interrompano ogni contatto con gli esponenti del deposto regime. Gli
incidenti sono avvenuti alla vigilia della presentazione, prevista per oggi, da parte
dello stesso Cnt, della nuova legge elettorale: un passo sulla via dell’elezione,
a giugno, di una assemblea costituente. Dopo gli scontri di ieri il capo del Cnt,
Jalil, ha chiesto le dimissioni del sindaco di Bengasi e ha detto che le proteste
anti-governative potrebbero “gettare il Paese in un pozzo senza fondo”. Intanto, parlando
alla tv panaraba al Jazeera il vice presidente del Cnt, Abdel Hafiz Ghoga ha annunciato
le sue dimissioni. "Non voglio influenzare il Consiglio - ha detto - mi dimetto nell'interesse
della nazione". Ghoga era stato aggredito giovedì da alcuni studenti all’università
di Bengasi, dove è da tempo in corso un sit in permanente di protesta. (C.D.L.)