2012-01-21 09:01:55

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


Nella terza Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù invita alla conversione perché “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”. Lungo il Mare di Galilea incontra dei pescatori e dice:

«Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

Inizia con questa domenica la predicazione pubblica di Gesù. Marco è molto sintetico, ma anche efficace: il tempo dell’attesa e della speranza è arrivato al suo termine, ora la promessa si fa realtà, la bontà di Dio che tutto governa e guida è qui, è concreta presenza. Per questo bisogna convertirsi: riconoscere altri orizzonti, fare altre scelte, lasciarsi avvolgere dalla luce, alzare lo sguardo per scorgere altre mete, altri sensi e impegni di vita. Sulle strade comuni della vita e del lavoro passa Gesù: e il suo sguardo sa vedere persone e caratteri, quasi a condividere con affetto fatiche e onesto lavoro. Per il regno non sono adatti i perdigiorno, ma chi sa maneggiare reti e sa affrontare con la barca le insidie delle onde. Gente concreta, forse anche ruvida ma schietta: l’invito è a diventare pescatori di uomini, ad avere cioè per il regno e la salvezza la stessa accortezza e dedizione del pescare, ma a vantaggio diretto delle persone. Senza grilli per la testa facevano il loro mestiere, ma nel cuore avevano anche loro sogni e fremiti: in quel predicatore itinerante che parlava in modo così originale e diverso c’era una novità, qualcosa per cui valeva la pena giocarsi tutto. E lo hanno fatto, con decisione e libertà: misterioso fascino che stravolge una vita. Siamo capaci di decisioni così audaci e radicali quando Gesù ci chiama?























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