Il cardinale Wuerl: pluralismo a rischio negli Usa
I vescovi degli Stati Uniti sono in Vaticano per la visita ad Limina. Giovedì scorso
il Papa ha incontrato il secondo gruppo di presuli sottolineando la necessità di un
laicato cattolico maturo ed impegnato, di fronte alle gravi minacce di un secolarismo
radicale sempre più presente nella società. Christopher Altieri ne ha parlato
con l’arcivescovo di Washington, il cardinale Donald Wuerl:
R. – In the
allocution… Nel suo discorso, il Santo Padre ha sollevato il tema della
libertà religiosa e di quei valori che nascono dalla fede e che dobbiamo far emergere
nel dibattito nazionale. La nostra sfida, oggi, come vescovi, è fare in modo che i
nostri fedeli realizzino i valori della fede nella vita quotidiana, nella politica,
nella finanza, nella cultura, in ogni aspetto dell’esistenza. Prendere il Vangelo
e applicarlo: questo è il modo di far fiorire il Regno nel nostro mondo.
D.
– E’ qualcosa di più di una mera questione di politica...
R. – What
we’re talking about… Quello di cui stiamo parlando è una questione ben più
importante di una politica o di una strategia. Noi siamo cittadini del Regno di Dio
che che si dispiega nel mondo e anche cittadini della nazione in cui viviamo. La ragione
per cui la fede e la vita pubblica sempre si mescolano è perché la stessa persona
oltre ad essere un cittadino è anche un credente.
D. – Cosa sta facendo
la Chiesa per raggiungere coloro che non condividono le sue posizioni e forse anche
i suoi valori di base?
R. – In our Nation... Nella nostra
nazione, storicamente e certamente anche oggi, l’assoluta maggioranza dei cittadini
condivide quei valori comuni che provengono dalla nostra Dichiarazione d’Indipendenza
e che si riflettono nella nostra Costituzione. Ma oggi c’è una spinta verso una società
secolarizzata: è come se in qualche modo il secolarismo avesse una sorta di egemonia.
Questa è la vera sfida. Parliamo di una società pluralistica, in cui tutti i valori
sono presenti e in cui tutti i cittadini hanno voce: ma questo pluralismo, oggi, viene
indebolito dall’idea che ci sia una società secolarista monolitica che dovrebbe essere
l’unica voce nello stabilire i fondamenti della vita pubblica.
D. –
Per quanto riguarda la nuova evangelizzazione, cosa si sta facendo nel Paese?
R.
– Well, I think what we’re finding... La nuova evangelizzazione è diretta
a tutti noi e, in particolare, a coloro che si sono allontanati dalla pratica della
fede: questi, spesso, credono di sapere qualcosa della fede, ma non è così. Hanno
bisogno di essere introdotti di nuovo, e forse per la prima volta, al significato
del Vangelo. Noi stiamo agendo su tre livelli: innanzitutto, noi stessi dobbiamo approfondire
la fede. Secondo punto, dobbiamo imparare a non giustificarci per ciò che crediamo;
terzo punto, siamo chiamati a invitare le persone a condividere la fede. Questo è
quello che stiamo facendo negli Stati Uniti. Il Regno di Dio fiorisce nella vita di
ciascun credente. Non siamo chiamati ad essere dei mistici separati da questo mondo,
ma siamo chiamati ad essere fedeli discepoli di Gesù per portare il Vangelo in tutti
gli ambiti in cui viviamo. Gesù ha cercato prima di tutto il Regno: questo è il modo
in cui anche noi credenti dobbiamo cercare quel Regno. (ap)