Croazia: Messaggio dei vescovi per il referendum sull’adesione all’Ue
Referendum importante, per la Croazia, domani, 22 gennaio. Il Paese infatti, è chiamato
a dire sì o no all’ingresso nell’Unione Europea, fissato al 1.mo luglio 2013. Gli
ultimi sondaggi danno i “sì” in vantaggio e se così fosse, dopo sei anni di negoziati,
la Croazia diventerebbe il 28.mo Stato membro dell’Ue, l’ultimo a farne parte le nazioni
a maggioranza cattolica del Vecchio Continente. In vista del referendum, i vescovi
hanno diffuso un messaggio, indirizzato “ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà”:
“Per secoli – si legge nel testo – la Chiesa ha accompagnato il cammino della nazione,
ha condiviso il suo destino e, come tutti i cittadini responsabili, ora vuole sapere
se siamo in grado di guardare al futuro con speranza in questa nuova società, ovvero
l’Unione Europea in cui la Croazia vuole entrare”. Naturalmente, i presuli si dicono
consapevoli del fatto che “non è compito della Chiesa emanare direttive su come e
con chi lo Stato si debba associare”; tuttavia, come “madre e maestra”, essa “aiuta
ogni nazione a costruire una comunità basata su principi umani e cristiani”. In questo
senso, per i vescovi “è giustificabile sperare che il futuro del Paese sarà migliore
e più sicuro all’interno della comunità europea piuttosto che all’esterno”. Ma ad
ogni modo, “la decisione finale sarà presa dai cittadini con il referendum” e “la
Chiesa rispetterà tale decisione”. Poi, la Chiesa di Zagabria scrive: “Capiamo i timori
dei molti che temono l’ingresso del Paese nell’Ue come una minaccia alla sovranità
e all’identità nazionale”, ma “in un mondo globalizzato, anche se non faremo parte
dell’Unione Europea, dovremo comunque costantemente affrontare tali sfide”. Guardando,
quindi, “alla speranza cristiana, a Cristo che non ha mai deluso chi si affida a Lui”,
la Chiesa croata invita “tutti i fedeli cattolici e tutti i cittadini a respingere
paure e rassegnazione e ad aprirsi con coraggio al futuro”, anche sulla scia delle
parole pronunciate da Benedetto XVI nel giugno scorso, durante il suo viaggio apostolico
nel Paese: “Il processo di entrata in Europa – disse il Papa il 4 giugno 2011, durante
l’incontro con i giornalisti sull’aereo verso Zagabria - è un processo reciproco di
dare e di ricevere. Anche la Croazia dà con la sua storia, con la sua capacità umana
ed economica, e riceve naturalmente, allargando così l’orizzonte e vivendo in questo
grande commercio non solo economico, ma soprattutto anche culturale e spirituale”.
Sulla base di “questo spirito”, dunque, che i vescovi concludono il loro messaggio
chiedendo a tutti, fedeli e cittadini, di andare a votare domenica prossima, scegliendo
“secondo coscienza”. (I.P.)