Sudan: per i sacerdoti rapiti si negozia il rilascio con una milizia del sud
Sono ostaggio di un gruppo armato in lotta contro il governo di Juba, in una cittadina
al confine tra i due Sudan, i due sacerdoti sequestrati domenica: lo dice all'agenzia
Misna mons. Daniel Adwok Kur, vescovo ausiliare di Khartoum, coinvolto in un difficile
negoziato per il loro rilascio. Secondo monsignor Adwok, padre Joseph Makwey e padre
Sylvester Mogga si trovano a Kweik, una cittadina in una zona contesa tra Sudan e
Sud Sudan oggi sotto il controllo dell’esercito di Khartoum. “I rapitori – racconta
il vescovo – hanno permesso a padre Joseph di chiamarmi mercoledì sera, chiedendo
un riscatto che la Chiesa sudanese non è in grado di pagare. I rapitori hanno chiesto
infatti 500.000 sterline sudanesi". Mons. Adwok dice che a rapire i sacerdoti nella
loro parrocchia della cittadina di Rabak è stato un gruppo armato di etnia shilluk,
probabilmente diviso al suo interno sia sull’opportunità di effettuare il sequestro
che sulle modalità di gestione di una trattativa. All’origine del rapimento ci sarebbe
invece il sospetto che padre Joseph, originario del Sud Sudan come l’altro sacerdote,
avesse legami con gli ex ribelli ora al governo nello Stato meridionale divenuto indipendente
da Khartoum nel luglio scorso. Il sequestro dei religiosi si colloca nel contesto
delle forti tensioni tra i due Sudan, eredità di un conflitto civile ultraventennale.
Nelle ultime settimane a Khartoum avevano denunciato diversi sequestri di giovani
sud-sudanesi da parte di milizie irregolari in lotta contro gli ex ribelli di Juba.
Secondo monsignor Adwok, finora erano stati presi di mira per lo più studenti universitari
e non uomini di Chiesa. “Nel territorio sotto il loro controllo – aggiunge il vescovo
– le autorità di Khartoum dovrebbero garantire la sicurezza di tutti”. (R.P.)