Giubileo della canonizzazione di San Vincenzo Pallotti: intervista con padre Nampudakam
La Società dell’Apostolato Cattolico è in festa: in vista del 50.mo anniversario della
canonizzazione del suo fondatore San Vincenzo Pallotti - avvenuta il 20 gennaio 1963,
durante il Concilio Vaticano II - si è aperto ieri pomeriggio a Roma un Triduo di
celebrazioni che dureranno fino al 2013. Il tema dell’Anno Giubilare è: “Fate risplendere
la santità di Dio”. Isabella Piro ne ha parlato con padre Jacob Nampudakam,
rettore generale dei Padri pallottini:
R. – Questo
è un tema molto importante. Sappiamo che Dio è Santo e tutti noi siamo chiamati a
essere Santi. Ciò di cui oggi abbiamo bisogno è proprio la santità di vita, la testimonianza
della vita di santità. Per questo, è stato scelto questo tema: per ricordiamo che
siamo tutti chiamati ad essere Santi.
D. – Le celebrazioni dureranno
un anno intero, fino al 20 gennaio 2013. Quali saranno i momenti più importanti di
questo anniversario?
R. – Dobbiamo cercare di vivere questo Giubileo
ogni giorno. Ad esempio, vogliamo celebrare il 22 di ogni mese, il giorno della festa
di Pallotti. Abbiamo anche una novena per San Vincenzo Pallotti, molte conferenze
ed anche un pellegrinaggio. Cerchiamo di vivere ogni giorno in questo modo, con questo
spirito del Giubileo.
D. – Quale fu il carisma di San Vincenzo Pallotti
e cosa ci insegna, oggi?
R. – Il suo messaggio fondamentale è che tutti
siamo apostoli di Gesù Cristo. Seguendo Gesù, apostolo del Padre, tutti siamo chiamati
a partecipare alla missione della Chiesa, tutti abbiamo la stessa responsabilità.
Così cerchiamo di creare una Chiesa di comunione, come ha voluto anche il Concilio
Vaticano II, dando anche una spinta ai laici, partecipando alla missione della Chiesa
con una certa responsabilità.
D. – Ricordiamo che, nel 2012, ricorre
non solo il 50.mo anniversario della canonizzazione di San Vincenzo Pallotti, ma anche
il 50.mo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. E San Vincenzo Pallotti
fu canonizzato proprio durante il Concilio Vaticano II. Si tratta di una coincidenza
importante…
R. – Sicuramente, è un segnale particolare e molto importante,
e noi Pallottini siamo davvero molto contenti di questa coincidenza. Sappiamo che,
anche prima del Concilio, San Vincenzo aveva creduto nella Chiesa di comunione e ne
aveva ampiamente parlato. Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, questa è una realtà
nella Chiesa, ma a suo tempo fu una visione profetica. Quindi noi abbiamo un messaggio
molto importante da dare oggi, specialmente quando si parla della nuova evangelizzazione:
ciò che voleva Pallotti era ravvivare la fede in favore della carità. E questo è anche
lo scopo della nuova evangelizzazione. Per questo noi, come Pallottini, stiamo seguendo
questa linea.
D. – La Società dell’Apostolato cattolico in che modo
oggi porta avanti gli insegnamenti del suo fondatore?
R. – Lavoriamo
in 43 Paesi del mondo. Tutti noi possiamo essere apostoli e possiamo fare qualsiasi
lavoro pastorale se abbiamo la giusta motivazione, ossia la gloria di Dio e la salvezza
delle nostre anime, come anche di quelle future. Lavoriamo nelle parrocchie, nelle
scuole, negli ospedali, nelle varie missioni... Ma quello che è davvero importante
è lo spirito con cui facciamo questo lavoro, lo spirito di collaborazione, per aiutare
ogni persona a essere un vero apostolo di Gesù Cristo.
D. – Qual è,
quindi, il suo augurio per questo Anno giubilare?
R. – Data la mia esperienza,
avendo visitato tanti Paesi nel mondo, sono sempre convinto di questo: abbiamo bisogno
di Dio e di ritornare al Vangelo, a Gesù Cristo. Facciamo tanti progetti e tanti lavori,
ma la domanda essenziale è: fino a che punto Dio è al centro di tutto questo? Spero
quindi che questo Giubileo porti veramente un rinnovamento spirituale nella nostra
vita personale, come pure nella nostra comunità. Così possiamo contribuire, in qualche
modo, alla nuova evangelizzazione ed alle missioni in tutto il mondo. (vv)