Dopo l'uccisione di 4 soldati francesi in Afghanistan, Parigi sospende l'addestramento
dell'esercito di Kabul
Afghanistan. La Francia ha sospeso tutte le operazioni di addestramento dell’esercito
di Kabul e valuta il ritiro anticipato del proprio contingente. Lo ha detto il presidente
Sarkozy dopo l’uccisione, ieri, di quattro militari francesi da parte di un soldato
afghano nella provincia di Kapisa. Di “incidente tragico, ma isolato” parla la Nato.
Solo il 29 dicembre scorso in un episodio analogo erano morti due legionari francesi.
Su quanto accaduto Paolo Ondarza ha intervistato Luca La Bella, responsabile Asia
del CeSI, il Centro Studi Internazionali :
R. - Dobbiamo
valutare tutto ciò che avviene in Afghanistan, visto il breve lasso di tempo che
intercorre tra l’evento e la reazione in Europa, come una reazione a caldo, alla luce
anche del fatto che Sarkozy è in piena campagna elettorale. Vedremo cosa faranno le
truppe francesi che, anche se sono un operatore minore all’interno della missione
della Nato in Afghanistan, hanno un’importante funzione di controllo delle vie di
accesso alla capitale Kabul dal confine pakistano.
D. - Colpisce il
fatto che i quattro militari francesi non sono stati uccisi in un attentato, ma appunto,
da un soldato dell’esercito afghano…
R. - In un Paese come l’Afghanistan,
dove non ci sono registri, dove non ci sono anagrafi, è molto facile per l’insurrezione
far reclutare nell’esercito persone che diventano delle “cellule dormienti”, che
possono essere attivate in qualsiasi momento.
D. - Questo fatto mette
in luce anche la persistente instabilità nel Paese…
R. - Certamente.
Ci troviamo ad un crocevia: la Nato e l’Occidente hanno capito che bisogna iniziare
a pensare ad un ritiro e bisogna tentare di farlo nella maniera più responsabile possibile,
cercando di arrivare ad un compromesso politico con l’insurrezione. Sappiamo quanto
questo sia difficile, proprio perché l’insurrezione non è una realtà monolitica, ma
ha al suo interno molte anime. Se questo possa avvenire in tempi relativamente brevi,
in modo da salvaguardare i progressi fatti negli ultimi dieci anni dal punto di vista
della sanità e dell’accesso all’istruzione, è veramente molto difficile dirlo.(bi)