Cooperanti rapiti in Pakistan, si attende la richiesta di un riscatto
Resta alta la preoccupazione per la sorte dei due cooperanti rapiti nel Punjab pakistano.
L'italiano Giovanni Lo Porto e l'olandese Bernd Johannes che operavano nella regione
per l'Ong Welt Hunger Hilfe lavoravano ad un progetto di ricostruzione dopo le inondazioni
disastrose dell'anno scorso. I due occidentali sarebbero stati prelevati dagli uffici
dell'Organizzazione non governativa tedesca da un commando di quattro uomini armati.
Il ministero degli esteri italiano ha reso noto di aver attivato tutti i canali utili
per seguire da vicino la vicenda e di voler procedere nel riserbo più completo. La
polizia pakistana intanto ha posto sotto controllo la zona del distretto di Multan,
nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa, dove operano diversi gruppi armati anti-governativi.
Tra le ipotesi principali si fa sempre più strada quella del sequestro a scopo di
estorsione. Come confermato infatti da un alto ufficiale delle guardie di frontiera
pakistane gli episodi di rapimento sono cresciuti ad un livello allarmante e sono
divenuti fonte di finanziamento abituale per i gruppi militanti talebani o balouchi.
Parlando all'agenzia Fides il vescovo di Multan mons. Andrew Francis ha affermato
di stare “in stretto contatto con il governo e con la polizia. Abbiamo attivato tutti
i contatti della nostra Commissione locale Giustizia e Pace, speriamo di avere notizie
positive sui due cooperanti rapiti entro un giorno o due. Ci appelliamo ai rapitori
per la loro liberazione: sono persone - ha detto il presule - che stanno lavorando
per il bene dei più poveri. Preghiamo per la loro salvezza e li affidiamo alla Provvidenza
di Dio”. E sentito sul rapimento di Giovanni Lo Porto, il sottosegretario agli Affari
Esteri Staffan de Mistura, ha commentato al microfono di Benedetta Capelli:
“Meno parliamo,
meglio è: questa è la verità. Noi ce ne stiamo occupando molto attivamente. Abbiamo
dei canali, ma a questo punto non posso aggiungere molto di più. La cosa è comunque
seria, perché il Pakistan è un Paese in cui i rapimenti sono pericolosi e quindi è
doppiamente urgente”.