2012-01-19 16:58:32

"Non fuggiamo di fronte ai lupi della competizione internazionale": intervista del premier Monti alla Radio Vaticana


RealAudioMP3 "In uno 'spazio largo', nel mondo globalizzato, dove l’idea stessa di confine non è più rigida, il rapporto tra gli Stati e la Chiesa può essere un ponte, un varco che abbatte i muri degli egoismi nazionali e rinsalda il senso di un’appartenenza che significa rispetto, responsabilità, solidarietà. La tradizione diventa “identità arricchita”, risorsa, riscoperta della comunità come possibilità di riscatto per ogni persona, storia e prospettiva di vita". In un'intervista alla Radio Vaticana, in coordinamento con l'Osservatore Romano, Il premier italiano Monti ha poi affrontato il tema delle difficoltà del mondo occidentale. "La crisi è conosciuta, a volte perfino drammatica, per le conseguenze materiali. E’ meno conosciuta, ma non meno grave, per le 'povertà nascoste' che pure ha causato: emarginazione, perdita di speranza, denatalità, disgregazione delle comunità, delle famiglie, delle realtà associative. Non sempre noi vediamo drammi e deserti interiori che affliggono anche i giovani. In passato, la fine delle crisi economiche più gravi è venuta a coincidere con fatti storici drammatici, ed oggi si è parlato – in alcuni giornali – di 'guerra finanziaria', di 'attacco all’Europa', di 'conflitti all’interno stesso dell’Europa'”. "Oggi più che mai, la storia e la sua memoria chiedono l’impegno ed il coraggio di tutti ad ogni livello. Nessuna parola cade nel vuoto. Nessuna parola può non essere ascoltata. Anche un apparente, iniziale insuccesso può aprire strade nuove di dialogo e di crescita civile, morale, sociale". Sulle divergenze tra Paese reale, la gente, e il Paese legale, la classe dirigente, Monti sottolinea come "i cittadini hanno diritto di chiedere condotte trasparenti e credibili, ma non è convogliando i malesseri sociali su facili via di fuga che si ristabilisce un ordine ragionevole e un rapporto corretto tra opinione pubblica e Istituzioni. Un 'tecnico', come sono stato chiamato, può liberamente affermare che l’antipolitica e l’antiparlamentarismo causano danni che nel tempo possono dimostrarsi insidiosi. Ogni soggetto, individuale e collettivo, privato e pubblico, è chiamato ad essere 'migliore', in ogni ruolo – piccolo o grande – che assuma. Essere credibili cosa significa? Io credo che significhi soprattutto anteporre il bene comune a ogni interesse di parte". "Il senso dello Stato si misura sulla volontà e sulla coerenza di ciascuno di tradurre la coscienza e il sentimento per la democrazia in regola di vita, esigente per se stessi e solidale per gli altri". Sull'euro, per il premier italiano "serve una maggiore coesione europea e serve combattere un rischio grave e cioè che l’euro, punto di arrivo, perfezionamento di un processo e pinnacolo molto audacemente innalzato sulla cattedrale dell’integrazione europea, si trasformi invece in un fattore di disintegrazione, di conflitto psicologico. Già solo 'psicologico', un conflitto è molto grave in Europa: tra Stati, tra popoli, tra popoli del Nord, popoli del Sud, come se ci fossero delle 'esclusive' distribuite geograficamente tra chi è parsimonioso e serio, chi è viceversa prono all’indisciplina individuale e collettiva". "Ora, pensare che la causa della crisi sia l’euro è non solo un errore economico, ma un pretesto o, peggio, un tentativo di scaricare sull’Europa problemi anche di altre realtà, che coinvolgono ulteriori responsabilità e ben altri interessi". Nella crisi, l'impegno dei cattolici nel sociale resta importante. "Il magistero del Papa e la sua personale, forte testimonianza, il contributo importante della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana sono elementi propulsivi e critici di fondamentale rilievo. Di fronte al bene comune non si può fuggire". Sul fisco e le famiglie, Monti afferma che "un primo segno è già contenuto nel Decreto “Salva Italia”: si è prevista una clausola di favore per l’Imu a seconda del numero di figli. In tempo di crisi, e più in generale entro la cornice dell’equità, vale quanto affermava Giuseppe Toniolo: “Chi più può, più deve; chi meno può, più riceve”. "Chi oggi evade pensa di trarne vantaggio, sicuramente reca danno ai concittadini e offre ai propri figli – in definitiva – un pane avvelenato; consegnerà loro, forse, alla fine della propria vita qualche euro di più, ma li renderà cittadini di un Paese non vivibile". Sull'accoglienza il premier Monti afferma alla Radio Vaticana che "dignità e sicurezza delle persone possono, anzi debbono stare insieme: non si tratta di contemperare valori contrastanti, ma di saldare istanze pienamente legittime che tutti avvertiamo. Non c’è sicurezza senza rispetto, ma non si può obbligare nessuno alla bontà, si deve convincerlo. Serve il 'coraggio della verità' che, in molti casi, si traduce nell’esercizio intelligente del buon senso". Sulla possibilità di una "via italiana" alle liberalizzazioni, Monti sottolinea come "le tradizioni qualche volta - dobbiamo riconoscerlo – sono diventate corporazioni, sono diventate chiusure corporative e non sempre sono state vissute come un bene di cui essere orgogliosi, ma da far circolare – per così dire – con altri beni in una società composita, che sempre più deve cambiare, si spera in armonia, perché il Paese abbia un ruolo significativo nella comunità internazionale, sia anche competitivo: questo è un termine economico, che denota un atteggiamento di coraggio, di desiderio – anche qui – di non fuggire di fronte ai lupi della competizione internazionale". (intervista di Luca Collodi e Alessandro Guarasci)










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