2012-01-19 13:52:00

Costituita in Vaticano una nuova Fondazione per il dialogo tra scienza e fede


Un inedito strumento per la promozione del dialogo tra scienza, teologia e filosofia: è quanto si propone la nuova “Fondazione Scienza e Fede – Stoq”, costituita da Benedetto XVI su richiesta del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Sulla Fondazione - che ha sede in Vaticano ed è stata presentata stamani alla stampa - Fabio Colagrande ha intervistato il sottosegretario al dicastero della cultura, mons. Melchor José Sánchez de Toca y Alameda:RealAudioMP3

R. - Lo scopo è quello di dare continuità e di garantire la stabilità alle iniziative che sono iniziate in Vaticano già da qualche tempo chiamate “progetto Stoq”, e aprirsi a nuovi progetti di dialogo tra il mondo delle scienze naturali e il mondo della filosofia e della teologia.

D. - In concreto, quali sono queste attività?

R. - Fondamentalmente possiamo parlare di tre livelli. Il livello che occupa la maggior parte delle attività, riguarda programmi di docenza, di insegnamento nelle pontificie università romane, in particolare delle questioni che riguardano il dialogo tra la scienza e la fede. Un altro settore, è quello della ricerca attraverso seminari workshop e poi un livello più basso, che è quello della grande divulgazione dei principali contenuti del dialogo tra la scienza e la fede, attraverso conferenze pubbliche, mostre, pubblicazioni, sito web…

D. - Qual è stato fino ad ora, l’atteggiamento della scienza verso il “progetto Stoq”?

R. - In un certo senso il “progetto Stoq”, nasce come una risposta alle chiamate, alle sollecitudini che arrivano dal mondo delle scienze, che spesso si trova davanti a problemi cui la scienza stessa è incapace di rispondere, come ad esempio, i problemi etici che pone l’uso della scienza applicata alle tecnologie, ma anche le grandi questioni dell’esistenza, che inevitabilmente sorgono, quando si contempla il mistero della vita o dell’universo.

D. - Una Fondazione legata al dicastero della cultura, che però godrà di piena autonomia: cosa significa?

R. - Come ogni Fondazione, una volta costituita, in virtù del diritto, acquista vita propria: rimane legata al Pontificio Consiglio della Cultura attraverso la figura del presidente, però avrà le sue cariche istituzionali e svolgerà - sempre coordinandosi con il Pontificio Consiglio della Cultura e le università pontificie romane che vi fanno parte - il proprio programma di attività.

D. - Quali sono i progetti futuri più vicini per quanto riguarda l’attività della Fondazione?

R. - Continuare investendo nella formazione soprattutto dei futuri agenti pastorali, dei sacerdoti religiosi incaricati della formazione, rafforzando i programmi di insegnamento che sono già presenti in molte università romane su scienza e teologia o scienza e filosofia. In secondo luogo, potenziare la divulgazione dei principali contenuti attraverso un grande portale web, con programmi di formazione a distanza di e-learning. E poi proseguire su alcuni filoni di ricerca molto promettenti: in questi tempi, soprattutto quello delle neuroscienze, cioè le staminali adulte che sono tra i più in vista attualmente. (bi)







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