Senegal: visita di mons. Mamberti per il 50.mo delle relazioni con la Santa Sede
Le relazioni diplomatiche tra Senegal e Santa Sede sono basate sul dialogo delle culture
e delle religioni, dialogo che contribuisce alla risoluzione dei conflitti che minacciano
la stabilità del mondo. E’ quanto ha affermato mons. Dominique Mamberti, segretario
per i Rapporti con gli Stati, in visita da sabato in Senegal, dove quest’anno si celebra
il 50.mo anniversario della nascita delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede.
Il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati ha elogiato la buona intesa tra
le diverse comunità religiose nel Paese africano e si è complimentato per i valori
di solidarietà e pacifica convivenza che i senegalesi coltivano, valori che hanno
permesso alle comunità religiose di lavorare insieme in un mutuo rispetto. Ieri mons.
Mamberti è stato ricevuto dal primo ministro Souleymane Ndéné Ndiaye e dal ministro
degli Affari Esteri Me Madické Niang che ha spiegato come Senegal e Santa Sede lavorino
per combattere fanatismo ed estremismo, perché la religione non sia fonte di violenza,
ma un fattore di pace, riconciliazione e giustizia. “Siamo consapevoli che la religione
può apportare referenze e valori alla nostra popolazione – ha detto Niang – e per
questo è necessario permettere che essa possa giocare pienamente il suo ruolo nello
sviluppo economico e sociale”. Per il ministro degli Affari Esteri la religione influisce
sulla coesione sociale e su quei valori che possono far uscire il Paese dal sottosviluppo,
dall’ignoranza e dalla povertà, per questo l’impegno del governo è quello di assicurare
libertà di culto. Il segretario per i Rapporti con gli Stati ha dichiarato a sua volta
che la sua visita in Senegal è un’occasione per la Santa Sede per continuare a promuovere
i valori del continente africano e per appoggiare quanti operano per la pace; per
questo, ha aggiunto mons. Mamberti il Vaticano segue “con speranza le scelte positive
in Africa, in particolare nel campo dello sviluppo”. “Seguiamo anche con tristezza
– ha proseguito il segretario per i Rapporti con gli Stati – i problemi che minacciano
la stabilità come le guerre, soprattutto quando oppongono le popolazioni per motivi
religiosi, mentre invece, come in Senegal, la religione deve essere un fattore di
riconciliazione e di pace”. Nel corso dell’incontro con il rappresentante della Santa
Sede, il ministro degli Affari Esteri ha informato che il Senegal è pronto ad accogliere
il Papa e che una sua visita apporterebbe risvolti positivi per la nazione. Domenica
scorsa, mons. Mamberti, nella cattedrale del Ricordo africano di Dakar, ha concelebrato
una Messa, insieme al cardinale Théodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, al nunzio
apostolico, mons. Louis Mariano Montemayor, e ad altri rappresentanti della Chiesa.
Vi hanno preso parte anche alcune autorità politiche. Il segretario per i Rapporti
con gli Stati ha evidenziato che le relazioni diplomatiche tra Senegal e Santa Sede
sono salde; dal 1961, infatti, 6 ambasciatori senegalesi sono stati accreditati presso
la Santa Sede e diversi nunzi apostolici hanno lavorato bene per il Paese. Sono rapporti,
che mons. Mamberti, ha descritto basati non soltanto su una solida amicizia, ma soprattutto
volti alla prevenzione di problemi che affliggono il mondo, e che, sviluppandosi sul
dialogo contribuiscono alla risoluzione di conflitti che minacciano la pace in Africa
e nel mondo. Il segretario per i Rapporti con gli Stati ha anche definito le relazioni
diplomatiche tra Santa Sede e Senegal espressione di sollecitudine pastorale per i
popoli africani che sono chiamati ad affermarsi nell’ambito della comunità delle nazioni
indipendenti, che hanno permesso al Paese di consolidare la propria presenza internazionale,
in particolare in Occidente. Mons. Mamberti ha pure rimarcato l’importanza dell’impegno
del Senegal nel portare avanti i principi della laicità. Proprio tale laicità, per
il cardinale Sarr, porta al rispetto di diversi valori e all’accoglienza di differenti
comunità religiose, alle quali vengono offerte condizioni favorevoli alla loro vita
e missione. Il porporato ha anche spiegato che, comportando la distinzione e la separazione
tra potere temporale e spirituale, la laicità permette la promozione del benessere
di tutti. E rivolgendosi a mons. Mamberti, il cardinale Sarr, ha voluto anche esprimere,
come portavoce del popolo senegalese, apprezzamento per il lavoro che la Santa Sede
continua a svolgere sostenendo la promozione della pace nel mondo, in Africa, nel
Senegal e specialmente nel Casamance. (T.C.)