2012-01-18 13:58:52

Genova: lettera del cardinale Bagnasco alla diocesi sulla famiglia


Si intitola "Il dono della fiducia" la Lettera che il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente Cei, ha indirizzato alla diocesi per l'anno pastorale 2011-2012. La Lettera, come recita il sottotitolo, sviluppa il tema della "educazione in famiglia" e si innesta nel contesto pastorale del decennio sull'educazione. "Il bisogno di fiducia fa parte dell'uomo" scrive il porporato e "la fiducia ha la sua originaria sorgente in Dio: è Dio che, donandoci il Figlio Gesù, ci rivela quanto ogni uomo è importante per il suo cuore, quanto siamo preziosi ai suoi occhi. In sostanza, ci dona amore e fiducia". Tuttavia - riferisce l'agenzia Sir - è "nello sviluppo educativo umano" che "il bambino fa la primissima esperienza di fiducia in famiglia". Purtroppo, ha aggiunto, "la cultura nella quale viviamo non ci aiuta, anzi, è di ostacolo" perché "tende a corrodere il modo di concepire la vita, la famiglia, il lavoro, il senso del dovere e di Dio. E i segnali dello smarrimento sono evidenti. Interrogativi sempre più pressanti pesano su tutti, specialmente sui giovani". "Come cristiani - ribadisce il porporato - non possiamo stare a guardare! Ecco perché i vescovi italiani hanno messo al centro del decennio pastorale l'impegno per l'educazione". Il cardinale ha poi precisato che "il primo e fondamentale luogo dove si educa è la famiglia", che "i genitori sono i primi e insostituibili educatori dei figli per diritto naturale" e che "la Chiesa e lo Stato devono affiancarsi ma non sostituirsi in questo diritto-dovere insito nella generazione". Il cardinale Bagnasco ha poi ricordato che "nel nostro Paese, nonostante tutto, la famiglia rappresenta ancora un punto di riferimento decisivo" anche se "esistono tendenze che mirano a cambiare il volto della famiglia, rendendola un soggetto plurimo e mobile, senza il sigillo oggettivo del matrimonio". Ma, ha domandato: "Una realtà variabile e provvisoria può offrire sicurezza? E i figli non hanno forse diritto a qualunque sacrificio pur di tenere salda e stabile la coppia e la famiglia? Non è forse questo l'atto d'amore e di educazione più grande che i genitori possono fare? E anche il loro preciso dovere?". "Per questo - ha concluso - la società deve stimare, salvaguardare e sostenere in ogni modo il bene primario della famiglia, per cui un uomo e una donna si scelgono nell'amore e si consacrano totalmente e per sempre l'uno all'altra con il vincolo del matrimonio". (R.P.)







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