Naufragio Concordia: 6 morti accertati. Individuati altri 5 cadaveri. Rischia 15 anni
il comandante Schettino
Sei vittime accertate e 29 dispersi, ma nel relitto i sommozzatori avrebbero individuato
altri 5 cadaveri: il bilancio del naufragio della nave Costa Concordia, davanti l’Isola
del Giglio. Oggi l’udienza nel Tribunale di Grosseto per convalida del fermo in carcere
del comandante Francesco Schettino. Il servizio di Roberta Gisotti:
All’appello
mancano ancora 25 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio: 6 italiani, 14 tedeschi,
4 francesi, 1 ungherese, 2 statunitensi, 1 indiano, 1 peruviano.Non
ancora identificata l’ultima vittima rinvenuta ieri. Si corre contro il tempo
per salvare vite umane e scongiurare un possibile disastro ambientale. “C’è
un rischio altissimo - ha affermato il ministro dell’Ambiente Clini - non solo per
l’Isola del Giglio ma per tutto l’arcipelago toscano”. Entro domani la Compagnia
Costa deve presentare un piano per svuotare i serbatoi ed entro 10 giorni per rimuovere
la nave. Per ora non risulta perdita di carburante in mare. Gli incursori della
Marina hanno piazzato sul relitto della Concordia alcune micro-cariche per aprire
dei varchi ai sommozzatori. Riunita stamane l’Unità di crisi a Grosseto, sotto
la guida del capo dipartimento della protezione civile, Gabrielli. E
si aggrava la posizione del comandante della Concordia Francesco Schettino,
accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave. Sulla stampa
la trascrizione e su Internet l’audio dell’incredibile telefonata tra Schettino che
rifiuta di tornare sulla nave ed il capitano De Falco della Capitaneria di Porto di
Livorno che lo sollecita a fare il suo dovere. E’ c’è attesa per l’udienza ancora
in corso al Tribunale di Grosseto per la convalida del fermo in carcere dell’ufficiale,
che rischia una pena di 15 anni. Si è intanto costituito a Genova il Comitato
Naufraghi della Concordia presso il Consiglio nazionale consumatori utenti.
Calamità
e tragedie umane, scenari per porre in evidenza la solidarietà umana, così come accaduto
tra gli abitanti dell’Isola del Giglio che si sono prodigati per accogliere i naufraghi
nelle loro case e nelle loro chiese, tanto che il premier Monti ha proposto per loro
la medaglia al valore civile. Fabio Colagrande ha raccolto la testimonianza
del parroco Lorenzo Pasquotti:
R. - Da parroco,
le posso dire che i gigliesi se lo meritano, veramente. Il nostro problema era la
sproporzione tra questa massa di gente che arrivava tutta bagnata, infreddolita e
disorientata. Non capiva dov’era, nessuno sapeva che cos’era l’isola del Giglio, non
sapevano se si trovassero sulla terraferma o sul continente.
D. – Ho
letto su un giornale che lei avrebbe sistemato un giubbotto di salvataggio sull’altare
della sua chiesa…
R. – Quando c’è stata la Messa, abbiamo messo un giubbotto,
un casco di sicurezza, una fune, uno di quei teli per la termoregolazione ed un vassoio
con il pane che veniva distribuito.
D. – Perché questo gesto?
R.
– Perché “l’isola delle vacanze” è diventata anche “l’isola della solidarietà”. Questa
è stata la cosa veramente importante ed i gigliesi non lo dimenticheranno mai. (vv)