Messa del cardinale Comastri per Sant’Antonio: ritrovare giustizia e solidarietà
con l’aiuto di Dio
Piazza San Pietro ospita oggi una piccola fattoria con tanti animali da allevamento:
è il modo, ormai tradizionale, per celebrare l’odierna festa di Sant’Antonio Abate,
patrono degli allevatori e protettore degli animali. I festeggiamenti sono stati organizzati
dall’Aia, l’Associazione italiana allevatori. Momento culminante della mattinata,
la Messa celebrata in San Pietro dal cardinale Angelo Comastri. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“Viviamo
un momento difficile – ha detto il cardinale Comastri all’inizio della Messa – il
mondo attraversa delle turbolenze che noi non conoscevamo in tempi recenti”. E tuttavia,
ha sottolineato l’arciprete della Basilica vaticana, non bisogna scoraggiarsi:
“Abbiamo
bisogno dell’aiuto di Dio per ritrovare le radici dell’onestà, le radici della giustizia,
le radici della laboriosità, le radici della solidarietà”.
Nell’omelia,
si è dunque soffermato sulla testimonianza del Beato Giovanni Paolo II di fronte alla
prova della sofferenza. Ed ha sottolineato che Karol Wojtyla ha vinto la sofferenza
trasformandola in occasione per credere e amare di più, come ha mostrato in modo straordinario
dopo l’attentato in Piazza San Pietro. Quindi, il cardinale Comastri ha ricordato
con commozione il suo ultimo incontro con il Papa, il primo aprile del 2005:
“Mi
colpirono gli occhi. Pensate che era sulla soglia della morte e Giovanni Paolo II
aveva due occhi che sembravano due finestre aperte sul paradiso. Era sereno, luminoso…
Certamente, perché sapeva che andava incontro al Signore, ma era sereno anche perché
era convinto di aver dato tutto. Di essersi speso tutto per il bene”.
In
questo, ha detto il cardinale Comastri, il Beato Wojtyla è un modello per tutti noi,
una stella polare da seguire. Certo, ha concluso, viviamo in tempi difficili, tante
case vanno male…
“Ma non ci lamentiamo, perché lamentarsi e basta
non serve. Quando è buio, non serve a niente dire: 'E’ buio'. Quel che conta è accendere
una luce”.
Dopo la celebrazione, si è tenuta una sfilata di cavalli
e cavalieri in via della Conciliazione. Quindi, il cardinale Comastri ha impartito
la benedizione a tutti i presenti in Piazza San Pietro. Sull’importanza di questa
giornata per gli allevatori, Alessandro Gisotti ha intervistato Riccardo
Crotti, presidente dell’Associazione provinciale allevatori di Cremona, la più
grande sezione d’Italia:
R. – Ha un
grande significato, per noi in primis, ma anche per tutto il sistema-Paese. Questo
dimostra quanto l’agricoltura sia un asse portante, soprattutto in un momento del
genere in cui, con la crisi mondiale, riveste grandissima importanza nel fornire alimenti
a tutta l’umanità. Basta tener presente l’allarme dell’Organizzazione mondiale di
sanità, che ha appunto affermato che il problema del futuro non sarà il petrolio ma
il cibo. Inoltre, questa è una giornata in cui vogliamo far arrivare un messaggio:
vogliamo far vedere quanta dedizione, passione e partecipazione abbiamo verso i nostri
animali ed il contributo significativo che cerchiamo di dare al Paese.
D.
– Quanto è importante, ancora oggi, la devozione per Sant’Antonio Abate, protettore
degli allevatori?
R. – Basta andare nelle stalle di tutte le nostre
aziende: dove ci sono gli animali, c’è l’immagine di Sant’Antonio. Da sempre, il mondo
agricolo esprime questa devozione verso il patrono degli animali. Oggi, anche nei
piccoli centri, il parroco si recherà in tutte le stalle per benedire gli animali.
(vv)