"La cosa
peggiore per il personale marittimo credo sia stata l’essere stati trattati da molti
media come persone incapaci ed egoisti". E' quanto riferisce ai nostri microfoni Don
Giacomo Martino, Direttore Ufficio per la pastorale degli addetti alla navigazione
marittima ed aerea della Fondazione Migrantes (CEI), che molto si sta prodigando per
stare vicino ai membri dell'equipaggio superstiti. "Bisogna spendere una parola
per queste persone - sottolinea - non possiamo affondarle due volte. Sono madri e
padri di famiglia, giovani di 25-30 nazionalità diverse, professionisti che a bordo
lavorano 7 giorni su 7, che vivono una propria dimensione umana, molti in stretto
contatto con il cappellano. Io ho fatto vita di bordo e non manderei mai nessun cappellano
in un ambiente dove c’è gente che fa la vita di bengodi”. E poi aggiunge: "Così
come sono andato a trovare costoro, serenamente andrò a trovare il comandante della
nave Concordia, perché se Dio non fa differenze di persone, credo non dobbiamo farle
neppure noi, lo dico come prete. Certo, mi auguro che nessuno abbia scherzato
deliberatamente sulla vita di oltre quattromila persone". (a cura di Antonella
Palermo)