2012-01-16 13:55:54

Legge sulla blasfemia in Pakistan: 161 incriminati e 9 morti nel 2011


Non smette di crescere il numero delle vittime in Pakistan per la controversa legge sulla blasfemia, mentre le minoranze religiose soffrono per l’estremismo dilagante. Come riporta l’agenzia Fides, nel 2011, a causa della cosiddetta “legge nera”, almeno 161 persone sono state incriminate e 9 uccise con esecuzioni extragiudiziali, vittime di accuse di blasfemia. Tali imputazioni, ha detto di recente un avvocato musulmano che ha chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza, “sono false nel 95% dei casi”. Secondo un rapporto dell’Asian Human Rights Commission, Ong che monitora i diritti umani nel continente, “il Pakistan ha fallito nel garantire il rispetto dei diritti umani al suo popolo”. L’organizzazione ha documentato nel 2011 l’uccisione di 18 difensori dei diritti umani e di 16 giornalisti, impegnati in un’opera di denuncia dei mali della società, della corruzione e dell’estremismo islamico. Il 2011 ha registrato l'uccisione di personalità di alto profilo, come il governatore del Punjab, Salman Taseer, e il ministro federale delle Minoranze, il cattolico Shabhaz Bhatti, “omicidi compiuti - sottolinea la Commissione - da gruppi estremisti religiosi infiltrati nelle forze dell'ordine”. “Lo Stato è rimasto muto spettatore di tali omicidi” sottolinea l’Ong, che aggiunge come “questa inettitudine del governo” abbia “favorito la conversione forzata all'Islam di ragazze provenienti da gruppi religiosi minoritari: in totale, nel 2011, circa 1.800 ragazze, fra indù e cristiane, sono state costrette a convertirsi all'Islam, con mezzi come il rapimento e lo stupro”. Il testo cita anche centinaia di morti per “delitto d’onore”, l’aumento di violenze settarie a Karachi, con 1.800 morti nel 2011, e nel Beluchistan, dove sono stati registrati 225 vittime e oltre 6.000 dispersi. (A cura di Giada Aquilino) RealAudioMP3







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