2012-01-15 18:55:52

Tragedia all'Isola del Giglio; ancora 15 dispersi. La testimonianza del cappellano della Costa Concordia


Il naufragio della nave da Crociera “Costa Concordia” davanti all’isola del Giglio. Dopo il ritrovamento di due cadaveri sale a cinque il bilancio delle vittime accertate. Nella notte il salvataggio del capo commissario di bordo Manrico Giampedroni ferito ad una gamba e di una coppia di coreani ma ancora 15 persone risultano disperse. Intanto non si fermano le indagini sull’accaduto ed è corsa contro il tempo anche per evitare il disastro ambientale. Il ministro della Difesa Di Paola è convinto che si tratti di un grosso errore umano. Il servizio di Cecilia Seppia: RealAudioMP3

Ma cosa è successo dopo l’urto? Sergio Centofanti lo ha chiesto al cappellano di bordo, don Raffaele Malena:RealAudioMP3

R. – Quei momenti sono momenti di panico…. Forse non hanno dato subito l’allarme, l’abbandono nave… Cercavano un’altra cosa, quando si è verificato il fatto, lo squarcio alla nave: erano, infatti, andati a vedere in sala macchina se potevano risolvere il black out…. Ma è stato troppo tardi, perché in meno di 20 minuti la sala macchina era invasa dall’acqua: non c’è stato niente da fare! Il comandante ha cercato di arrivare con la nave sottoriva, vicino al porto: ma la nave ha incominciato ad inclinarsi a 150-200 metri dal porto, non più lontano.

D. – Lei conosce l’equipaggio, ma molti passeggeri hanno denunciato il caos e l’impreparazione…

R. – E’ troppo facile dire “impreparazione”…. Il disordine non è stato creato dall’equipaggio, l’ha creato il panico, l’ha creato la paura tra i passeggeri. Il panico fa quello che fa. Per carità di Dio, lì, in quei momenti, si vede la propria vita in pericolo! L'equipaggio si è prodigato, non è vero che era passivo. Ma io, quando ho capito che c’era stato uno squarcio di 60-70 metri, ho detto a Gesù: “Pensaci Tu!”.

D. – Don Raffaele, lei quali soccorsi ha portato ai passeggeri?

R. – Il cappellano dove è chiamato deve correre. Li ho incoraggiati… C’erano tanti bambini, una bambina me la sono presa in braccio, ho chiamato la mamma e ho detto di mandarla subito nella scialuppa e la mamma l’hanno fatta evacuare per prima. Sono momenti di panico e di paura per i passeggeri. Poi, devo ringraziare molto il parroco del Giglio, che ha aperto subito la chiesa. Questa è un’isola di mille e 200 persone in estate e 700 in inverno. Tutti volevano dare un mano: hanno aperto gli alberghi, ci hanno dato da mangiare, ci hanno dato coperte e tutto quello che avevano ce lo davano. Agli abitanti dell’Isola del Giglio dovremmo fare un monumento… Non ci hanno abbandonati!

D. – Ci sono ancora alcune persone che mancano all’appello…

R. – Si sta ancora cercando di salvare le persone che sono sulla nave: persone che credevamo morte, perché non so a che piano sia arrivata l’acqua… questo non lo so. Abbiamo ancora 6-7 persone dell’equipaggio che io conosco tutte e che penso che se sono al ponte 7 o 8 saranno ancora vive; ma se sono al ponte 0 o al ponte A B C, non so …. La nave ha preso lo scoglio e uno squarcio di 70 metri non ti perdona…. Ti manda subito a fondo! (mg)








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