2012-01-15 14:18:43

Mauritius. Per il 2012, la Chiesa esorta alla pace e alla lotta alla corruzione


Pace, gioia di vivere e lotta della corruzione nelle Mauritius: è quanto chiede all’inizio del 2012 mons. Maurice Piat, vescovo di Port-Louis. In una lunga intervista pubblicata sul sito diocesano, il presule traccia un bilancio dell’anno appena trascorso, ringraziando in particolare l’operato svolto da sacerdoti, religiosi e laici, e spiega le sue speranze per il futuro del Paese. “Desideriamo - dice mons. Piat – la pace nelle famiglie, nei posti di lavoro, nella nazione. Ma la pace non è un regalo che cade del cielo, bensì è sempre frutto del nostro impegno, della volontà di servire gratuitamente”, perché “i veri artigiani della pace sono coloro che hanno a cuore il bene comune e lavorano per il bene di tutti, senza distinzioni”. In questo senso, il presule chiede che tutti “si assumano le proprie responsabilità di fronte al bene comune, per esempio nella lotta contro l’Aids o nella riabilitazione dei tossicodipendenti”. Altro punto centrale ribadito dal vescovo di Port-Louis è quello dell’evangelizzazione dei giovani: “nel corso degli anni – dice infatti mons. Piat – circa l’80% dei ragazzi che fanno la prima Comunione e la Cresima abbandonano la pratica della fede. Questo dimostra che, malgrado tutti gli sforzi dei catechisti, dei sacerdoti e dei religiosi, c’è un grave deficit”, ossia la mancanza di collaborazione tra tutti gli operatori del settore, perché “per riuscire ad evangelizzare i giovani, è necessario che sacerdoti, catechisti, insegnanti e genitori lavorino insieme”. “Tale concertazione infatti – si legge ancora nell’intervista - non solo dona coerenza a ciò che i ragazzi ascoltano a scuola, in parrocchia o in famiglia, ma costruisce anche una comunità in cui i giovani potranno crescere nella fede”. Mons. Piat affronta poi il tema della salvaguardia del Creato, ribadendo l’importanza di condurre uno stile di vita ecologico, purché ciò non si riduca soltanto ad un qualcosa di “tecnico”, ma comprenda anche “una nuova pedagogia che possa tener conto dell’interdipendenza che abbiamo gli uni con gli altri e nei confronti dell’ambiente”. Per questo, il presule chiede ai fedeli di “raccogliere l’acqua piovana e di utilizzarla per il funzionamento dei servizi igienici”, di “coltivare un orto” e di pensare ad un progetto per “pannelli fotovoltaici”. Infine, alla domanda su cosa si auguri per la Chiesa e per il Paese, mons. Piat risponde: “più gioia di vivere e meno corruzione”. (A cura di Isabella Piro)







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