2012-01-14 15:23:32

Popolazione asiatica alterata dal drammatico fenomeno degli aborti selettivi femminili


Gli aborti selettivi femminili stanno alterando la composizione della popolazione umana in particolare in Asia dove la pratica è molto diffusa. L’allarme è stato lanciato dalla United Nations Population Division (Unpd) e dal U.S. Census Bureau’s International Programs Center (Ipc), le due maggiori organizzazioni che si occupano di controllare e registrare le tendenze di crescita della popolazione mondiale. I dati raccolti da questi organismi, di cui da notizia AsiaNews, indicano che India e Cina sono i “campioni” nella pratica di feticidi e infanticidi femminili, con un indice medio di sex ratio (rapporto tra numero di nascite maschili e femminili) di 120 (ovvero 120 maschi ogni 100 femmine). Il limite oltre il quale si parla di sex ratio innaturale è di 105. Tuttavia, il problema oggi coinvolge anche Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, Taiwan e Vietnam. Il fenomeno della crescita innaturale della sex ratio (alla nascita) è stato notato per la prima volta negli anni ’80 in Cina. L’applicazione nel 1979 della politica sul figlio unico – che proibisce alle coppie di avere più di un figlio e punisce con gravi sanzioni pecuniarie e discriminazioni chi viola il divieto –, in pochissimi anni ha dato i suoi effetti. Nel 1982, la sex ratio alla nascita si attestava a 108.5; 111.14 nel 1990; 117 nel 1999; 118.9 nel 2005. Oggi, questo dato è cresciuto ancora: in alcune zone oscilla tra il 130 e il 140. In altre, supera il 150. Feticidi e infanticidi femminili sono molto diffusi anche in India, terza economia dell’Asia e democrazia più grande del mondo. Lo squilibrio maggiore lo si registra nell’area nordoccidentale, dove la sex ratio per bambini al di sotto dei 6 anni è di 120, se non maggiore. A New Delhi, capitale del Paese, la sex ratio si attesta a 115. Per quanto riguarda i Paesi emergenti – ovvero Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, Taiwan e Vietnam –, la sex ratio alla nascita varia da 107 (Singapore) a 109-110 (Hong Kong e Taiwan). Secondo lo studio di Daniel Goodkind, “Child underreporting, fertility, and sex ratio imbalance in China”, la Sudcorea rappresenta un curioso caso di ritorno a una sex ratio equilibrata: dopo aver toccato il valore di 115 maschi su 100 femmine tra il 1994 e il 1996, oggi il rapporto è sceso a 107. “Non grazie a una politica di governo – sostiene lo studioso –, ma alla società civile, che in modo spontaneo e non coordinato ha ricominciato a onorare, proteggere e valorizzare le sue figlie”. Pur in modo non grave, preoccupano i dati di Filippine (109), Bangladesh (108), Kirghizistan, Turchia e Medio oriente (tutti con una media intorno al 107). (M.G.)







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