I vescovi del Congo: elezioni irregolari, pace a rischio
Le elezioni in Congo, che hanno decretato la rielezione del presidente Kabila, sono
state segnate da gravi irregolarità, che mettono in discussione la credibilità dei
risultati: è quanto affermano i vescovi congolesi in un messaggio al termine della
loro plenaria. Bernard Decottignies ne ha parlato con il segretario generale
della Conferenza episcopale del Congo, padre Léonard Santedi:
R.
- Il faut d’abord dire que les évêques se sont réunis… Anzitutto bisogna
dire che i vescovi si sono riuniti in Assemblea plenaria straordinaria per analizzare
insieme la relazione finale della missione di osservazione elettorale della Conferenza
episcopale, dalla quale hanno evidenziato che molte sono le cose positive, ma che
vi sono stati anche molti fallimenti. Questo ha fatto sì, che i vescovi sostengano
che il processo elettorale sia stato segnato da gravi irregolarità, che rimettono
in discussione la credibilità dei risultati pubblicati. Invitano quindi gli organizzatori
ad avere il coraggio e l'onestà di trarre le conseguenze che la situazione impone.
I vescovi ritengono che ammettere i propri errori è un segno di saggezza. Al contrario,
dovranno assumere il rischio di continuare a governare il Paese come una sfida e le
tensioni interne, più o meno controllabili a breve termine, prima o poi potrebbero
sfociare in una crisi grave e difficile da risolvere”. I vescovi del Congo denunciano
poi questa cultura del terrore e della militarizzazione, e rivolgono un appello per
una reale libertà di espressione. Ai responsabili della Commissione elettorale nazionale
indipendente, i vescovi chiedono di avere il coraggio di rimettersi in discussione
e di far in modo di correggere i gravi errori che sono stati commessi e che hanno
tradito la fiducia della popolazione: se questo non avverrà, i vescovi chiedono allora
di dimettersi. I vescovi chiedono quindi al parlamento di rivedere con urgenza la
composizione di questa Commissione elettorale che non gode più della fiducia della
popolazione congolese, integrandola con rappresentanti della popolazione civile. I
vescovi chiedono poi al governo di tirare le somme di questo sfacelo elettorale, invitando
la polizia nazionale e le forze armate a proteggere la popolazione, ma soprattutto
a non continuare a obbedire a degli ordini ingiusti.
D. – Questo vuol
dire, quindi, che la Chiesa del Congo rifiuta i risultati delle elezioni?
R.
– L’Eglise de Congo estime que… La Chiesa del Congo sostiene che, viste
le gravi irregolarità, bisogna rimettere in discussione la credibilità dei risultati
resi noti. La Chiesa chiede agli organizzatori di avere il coraggio e l’onestà di
tirare le dovute conclusioni. (mg)