Haiti, due anni dopo il terremoto: a colpire è il senso di solidarietà tra la gente
locale
Haiti ha ricordato questa settimana, con funzioni religiose e una giornata nazionale
di commemorazione, il devastante terremoto del 12 gennaio 2010. Gli ultimi dati aggiornati
forniti dal governo parlano di 316mila morti e 1,5 milioni di sfollati. Al momento
500mila persone sono ancora ospitate in campi di fortuna. Alla tragedia del terremoto
si è poi aggiunta la pandemia del colera, che ha provocato altre 7 mila vittime. A
due anni da questi eventi, che hanno innescato la mobilitazione e la solidarietà internazionale,
Haiti è una nazione ancora in grave difficoltà. Tra le organizzazioni tuttora sul
posto c’è Medici Senza Frontiere. Sulla situazione ad Haiti, Giancarlo La Vella
ha intervistato Costas Moschochoritis, direttore generale di Medici Senza Frontiere
– Italia:
R. – Dal punto
di vista sanitario, la situazione è ancora difficile perché era difficile anche prima
del terremoto. Mancano specialmente strutture di secondo livello e l’accesso alle
cure, perché sono a pagamento: ma noi sappiamo che Haiti è il Paese occidentale più
povero. Un problema grave è stato il colera, che sfortunatamente adesso è diventato
endemico nel Paese. Quindi, al momento è necessario migliorare il sistema della fornitura
dell’acqua e delle fognature. Stiamo dicendo che l’80 per cento della popolazione
non ha istallazioni sanitarie nelle case e la metà non ha accesso all’acqua potabile.
E’ una situazione molto, molto difficile!
D. – A due anni di distanza dal terremoto,
c’è la speranza e la voglia di ricominciare?
R. – Vorrei dire la mia personale
esperienza, quello che abbiamo visto con il nostro personale haitiano. Hanno dimostrato
una motivazione davvero commovente fin dalle prime ore dopo il terremoto. Cioè, il
personale del nostro staff non è andato a cercare la propria famiglia, ma è rimasto
nelle strutture per aiutare i concittadini, i compatrioti. C’è questa volontà, c’è
questa solidarietà. E’ ovvio che in tali condizioni la società soffre: può uscire
il meglio, ma in certi casi ci sono stati anche comportamenti egoisti. Però, in generale,
io personalmente sono rimasto molto, molto colpito dallo spirito, dal senso di volersi
aiutare gli uni gli altri. (gf)