2012-01-14 14:11:00

Haiti, due anni dopo il terremoto: a colpire è il senso di solidarietà tra la gente locale


Haiti ha ricordato questa settimana, con funzioni religiose e una giornata nazionale di commemorazione, il devastante terremoto del 12 gennaio 2010. Gli ultimi dati aggiornati forniti dal governo parlano di 316mila morti e 1,5 milioni di sfollati. Al momento 500mila persone sono ancora ospitate in campi di fortuna. Alla tragedia del terremoto si è poi aggiunta la pandemia del colera, che ha provocato altre 7 mila vittime. A due anni da questi eventi, che hanno innescato la mobilitazione e la solidarietà internazionale, Haiti è una nazione ancora in grave difficoltà. Tra le organizzazioni tuttora sul posto c’è Medici Senza Frontiere. Sulla situazione ad Haiti, Giancarlo La Vella ha intervistato Costas Moschochoritis, direttore generale di Medici Senza Frontiere – Italia: RealAudioMP3

R. – Dal punto di vista sanitario, la situazione è ancora difficile perché era difficile anche prima del terremoto. Mancano specialmente strutture di secondo livello e l’accesso alle cure, perché sono a pagamento: ma noi sappiamo che Haiti è il Paese occidentale più povero. Un problema grave è stato il colera, che sfortunatamente adesso è diventato endemico nel Paese. Quindi, al momento è necessario migliorare il sistema della fornitura dell’acqua e delle fognature. Stiamo dicendo che l’80 per cento della popolazione non ha istallazioni sanitarie nelle case e la metà non ha accesso all’acqua potabile. E’ una situazione molto, molto difficile!

D. – A due anni di distanza dal terremoto, c’è la speranza e la voglia di ricominciare?

R. – Vorrei dire la mia personale esperienza, quello che abbiamo visto con il nostro personale haitiano. Hanno dimostrato una motivazione davvero commovente fin dalle prime ore dopo il terremoto. Cioè, il personale del nostro staff non è andato a cercare la propria famiglia, ma è rimasto nelle strutture per aiutare i concittadini, i compatrioti. C’è questa volontà, c’è questa solidarietà. E’ ovvio che in tali condizioni la società soffre: può uscire il meglio, ma in certi casi ci sono stati anche comportamenti egoisti. Però, in generale, io personalmente sono rimasto molto, molto colpito dallo spirito, dal senso di volersi aiutare gli uni gli altri. (gf)








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