Senegal: la Comunità di Sant’Egidio medierà con gli indipendentisti del Casamance
Nuove speranze di pace in Senegal: il presidente Abdoulaye Wade ha chiesto, in questi
giorni, alla Comunità di Sant’Egidio di mediare con il movimento indipendentista del
Casamance per risolvere un conflitto che va avanti ormai da 30 anni. Sull’importanza
di questa mediazione, Alessandro Gisotti ha intervistato don Angelo Romano,
dell’Ufficio relazioni internazionali della Comunità di Sant’Egidio:
R. – Parliamo
di un problema che sostanzialmente inizia quasi subito dopo l’indipendenza del Senegal,
che si trascina in maniera diversa, con fasi alterne, e che poi purtroppo ha visto
dei momenti più cruenti e quindi un vero e proprio inizio di conflitto. Un problema,
questo, che è transfrontaliero perché la crisi casamancese in realtà coinvolge anche
il Gambia, in qualche misura anche la Guinea Bissau: una crisi, un conflitto che,
se vogliamo, è anche di bassa intensità e anche dimenticato, ma in realtà genera insicurezza
per una ragione molto ampia dell’Africa. Una crisi che nasce con questa aspirazione
indipendentista e che si trascina da molto tempo, con una pluralità di posizioni,
anche con un dibattito interno, nella stessa Casamance, in modo molto vivace.
D.
– Perché la Comunità di Sant’Egidio è stata scelta per compiere questo delicato e
importante lavoro di mediazione?
R. – Io credo che per due motivi molto
semplici: il primo dovuto a un rapporto storico di amicizia con il Paese, un importantissimo
Paese, democratico, che cerca in qualche modo di costruire una sua strada di coabitazione
tra cristiani e musulmani e con la Chiesa senegalese. C’è un rapporto antico tra la
Comunità di Sant’Egidio e il Senegal, che ha portato naturalmente anche ad occuparci
di quella che è una delle ferite aperte di questo Paese, che è appunto la crisi casamancese
e direi che in questo senso da tanti anni Sant’Egidio segue con attenzione la crisi
della Casamance. Oggi, in un certo senso, costatiamo una certa disponibilità a un
diretto coinvolgimento di Sant’Egidio e questo ci fa molto piacere. Speriamo che sia
un passo importante e nuovo verso una soluzione pacifica del conflitto.
D.
– Quali sono le aspettative della Comunità di Sant’Egidio per questa opera di mediazione?
R.
– La nostra aspettativa è quello di essere utili ai senegalesi, a tutti coloro che
cercano la pace in questo Paese, a tutti quelli che vogliono risolvere il problema
della Casamance, una situazione che è penosa per tanti motivi. Il desiderio più grande
è che si possa riuscire presto a mettere fine a questo conflitto, che è durato fin
troppo. (mg)