2012-01-13 13:55:29

Nel Kashmir missionario cattolico condannato per “conversioni forzate”


Il Tribunale Supremo islamico dello Stato del Kashmir ha condannato oggi un missionario cattolico e un pastore protestante per “attività di proselitismo e conversioni fraudolente al cristianesimo”. Dovranno comparire davanti al giudice e rispondere delle accuse di proselitismo e conversioni forzate, dunque, padre Jim Borst, missionario della Società di San Giuseppe Mill Hill, e il pastore protestante Chander Mani Khanna. Quest’ultimo è stato arrestato per aver convertito e battezzato 15 ragazzi musulmani, mentre il missionario cattolico olandese, da quasi 50 anni in India, era già stato raggiunto nell’aprile scorso da un provvedimento di espulsione dal Kashmir a causa delle sue presunte conversioni forzate. Oggi come allora accanto a lui si schiera il Catholic Secular Forum, organizzazione ecumenica fondata da cattolici indiani, che denuncia all'agenzia Fides come tali accuse siano infondate: nelle scuole dirette dal sacerdote, infatti, hanno studiato molte personalità islamiche di spicco nel Paese. L’Ong lancia l’allarme sulla situazione nello Stato del Kashmir che si trova “in una fase critica per le libertà individuali e per la libertà religiosa” e chiede un intervento del governo contro la decisione della Corte islamica che sui cristiani non ha alcuna giurisdizione. Un rapporto recentemente pubblicato da All India Christian Council, le persecuzioni anticristiane in Kashmir da parte di gruppi di estremisti islamici sono all’ordine del giorno, a causa anche della presenza di musulmani estremisti nella politica e nella magistratura: fatto che in pratica azzera lo Stato di diritto e ha come conseguenza la totale assenza di rispetto per le minoranze nel Kashmir dove, secondo le stime, vivono circa 18mila cattolici. (A cura di Roberta Barbi)RealAudioMP3







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