2012-01-13 14:47:14

La Caritas e l'impegno post-sisma ad Haiti: 24 milioni di euro e dozzine di progetti


Messe e preghiere celebrate in chiese di fortuna. In questo modo, migliaia di haitiani hanno ricordato ieri una delle pagine più nere della loro storia recente: il sisma che due anni fa causò la morte di oltre 200 mila persone e un milione e mezzo di sfollati, metà dei quali ancora senza casa. Sull’impegno umanitario prodotto dalla Caritas locale e internaizonale in 24 mesi, Fausta Speranza ha sentito Paolo Beccegato, responsabile Area internazionale della Caritas italiana:RealAudioMP3

R. – A livello governativo – dalle Nazioni Unite alla Conferenza dei donatori, riguardo la promessa dei circa 10 miliardi di dollari fatta all’indomani del terremoto – in base ai dati che risultano a noi, comunque dati governativi, meno della metà siano stati effettivamente messi a disposizione e di questi una buona parte non è ancora stata trasformata in realizzazioni concrete. Per cui si parla di 4,6 miliardi di dollari impegnati tra il 2010 e il 2011: quindi, dei dieci miliardi, meno della metà sono stati impegnati e solo una parte di questi è stata trasformata in realizzazioni concrete.

D. – Che cosa dire dell’impegno Caritas?

R. – Per quanto riguarda l’impegno della Caritas, all’interno della rete di Caritas Internationalis, abbiamo contribuito con uno specifico di circa 24 milioni di euro, di cui 14 milioni sono già progettualizzati: abbiamo finanziato progetti di aiuto immediati per più di 3 milioni di euro, di ricostruzione per 4.8 milioni. Abbiamo già avviato progetti in ambito socio-economico, soprattutto nel settore del microcredito per 3 milioni e 600 mila euro. C’è stato poi un grosso impegno per quanto riguarda l’emergenza colera e quindi la prevenzione in ambito idrico-sanitario e l’assistenza medica per un milione e 200 mila. Il nostro approccio specifico guarda anche alla formazione al lungo periodo e quasi un milione di euro è stato impiegato in questo senso.

D. – Ci sono anche bambini e giovani coinvolti in progetti di animazione, formazione e istruzione. Sono 1.900 i bambini che segue la Caritas…

R. – L’impegno verso soprattutto la ricostruzione delle scuole è dedicato all’istruzione, all’accompagnamento dei casi più difficili e alle famiglie in disagio: questo è certamente una priorità per noi e direi che, con lo sguardo di speranza, vogliamo portarci a casa – dopo due anni di lavoro – per il futuro. In particolare, penso a quelle classi di bambini che hanno potuto ricominciare ad andare a scuola. Pare che ormai, sostanzialmente, questo problema sia superato anche dal punto di vista complessivo e cioè che praticamente tutti i bambini siano tornati a scuola e quindi il tasso di scolarizzazione sia tornato ad essere in linea con gli standard internazionali.

D. – In cosa ha trovato più difficoltà la Caritas ad Haiti?

R. – Certamente, riguardo alla ricostruzione. E’ l’ambito in cui si fa più fatica: non vi sono i piani di ricostruzione operativi a livello nazionale e il lungo stallo per le elezioni ha un po’ rallentato tutto il processo delle concessioni edilizie. C’è poi anche il tema delle strade e della logistica che è stato fortemente rallentato a livello governativo, condizionando anche il nostro lavoro, perché senza piani di ricostruzione non possiamo procedere in modo rapido alla ricostruzione di scuole, ospedali e case. Questo è stato sicuramente l’aspetto che ha più rallentato il nostro lavoro. (mg)







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