Dai sindacati posizione unitaria sul mercato del lavoro. Nel pomeriggio le Acli dal
ministro Fornero
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno raggiunto un'intesa per una piattaforma
unitaria con la quale presentarsi al confronto con il governo sulla riforma del mercato
dell’occupazione. I leader sindacali chiedono, però, che il tema dell'articolo 18
non sia tra i problemi ''veri'' da affrontare al tavolo. Nel pomeriggio, saranno le
Acli a presentare le loro proposte al ministro Fornero. Alessandro Guarasci
ha sentito il responsabile lavoro Maurizio Drezzatore, convinto che una riforma
dell’articolo 18 non sia un tabù:
R. – Va presa
in esame, come proponiamo appunto noi, una soluzione che non ne alteri strutturalmente
la presenza come regolazione del mercato del lavoro, superando ogni tipo di pregiudizio
nel discutere su questo punto. La nostra proposta è di prevedere, per tutti i lavoratori
dipendenti, attraverso un contratto prevalente, la possibilità di un triennio di inserimento
lavorativo. All’interno di questo periodo ci può essere anche la recessione dal rapporto
di lavoro ed anche una regolamentazione ed una tutela completa, all’insegna delle
regole vigenti, compreso quindi l’articolo 18.
D. – Ma in Italia bisognerà
mettere mano anche agli ammortizzatori sociali, che sappiamo essere strumento di tutela
soprattutto per i lavoratori delle aziende principali e sempre meno per quelli non
stabili...
R. – Oggi bisogna lavorare sia per l’estensione degli ammortizzatori
sociali a tutte le categorie delle imprese – superando quindi anche i limiti numerici
che attualmente discriminano nell’impiego di questi strumenti – e sia per il dispositivo
dell’indennità di disoccupazione. Questo è uno strumento di tutela che deve diventare
universale, compresi i lavori atipici.
D. – Si potrebbe pensare anche
in Italia, come in molti altri Paesi europei, ad una sorta di reddito minimo in attesa
di trovare una nuova occupazione?
R. – Una misura di reddito minimo
la consideriamo utile come provvedimento di ultima istanza, ma deve essere inserita
all’interno del politiche di welfare, ossia come misura per il contrasto alle povertà
estreme.
D. – Il governo afferma che attraverso la riforma del mercato
del lavoro arriverà anche più occupazione. Siete d’accordo?
R. – Noi
riteniamo che una riforma del mercato del lavoro, fatta con regolamentazioni che siano
attente alla dinamica della crisi attuale, possa anche favorire una concentrazione
di imprese. Questa è una cosa che oggi risulta necessaria, soprattutto in un sistema,
come quello italiano, di piccole e piccolissime imprese che, oggi, non hanno chance
per aggredire i mercati internazionali. (vv)