2012-01-13 13:47:16

Come uscire dalla crisi: i giovani dell'Ucid a convegno


Elaborare proposte per uscire dalla crisi economica. E’ l’intento dell’incontro dei giovani dell’Ucid, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, che prende il via oggi a Cortina d’Ampezzo. Una tre giorni di riflessioni sul tema: “Talenti e passione”. Benedetta Capelli ne ha parlato con il presidente dell’Ucid Manlio D’Agostino:RealAudioMP3

R. – Partiamo da due presupposti. Il primo è un’analisi, un’indagine che abbiamo condotto, nei mesi scorsi, all’interno del nostro Movimento giovani per capire quale sia il punto di partenza di un giovane cristiano che si impegna con responsabilità in ambito lavorativo e in ambito economico. Da lì cominciano a capire quali sono i punti di forza e di debolezza. Poi le proposte le cominceremo ad elaborare tutti assieme, con un metodo molto democratico e molto aperto: per questo utilizziamo la logica del BarCamper, in cui ognuno può alzare la mano, dire quello che pensa e formulare la sua proposta. Certamente l’idea di fondo è quella di pensare a delle metodologie che non prevedano dei sostegni economici – perché sappiamo e siamo coscienti che vogliamo farcela con le nostre gambe e con le nostre forze - ma c’è poi anche l’idea di darci delle opportunità, di dare opportunità ai giovani che vogliono realmente scommettersi e valorizzare quelli che sono dei talenti che sono stati formulati. Quindi una riduzione della burocrazia e non solo una riduzione della tassazione, ma soprattutto una razionalizzazione dell’imposizione fiscale: noi troviamo, ad esempio, assurdo che ci siano degli aspetti della fiscalità che sono realmente ed eccessivamente complessi, di una complessità che di fatto non si giustifica.

D. –“Talenti e passione” è il vostro tema: come è nata questa scelta?

R. – Qui giochiamo su due significati per ogni termine. I talenti sono quelli che ci ha donati il Signore e quindi le capacità; ma il talento è anche una moneta, una moneta che si spende sul mercato e quindi cerchiamo di contestualizzare le capacità con quello che è poi un libero mercato. Anche “passione” ha un duplice significato: la passione cristiana e quindi la Passione di Cristo, il sacrificio, quell’ascesa verso il Calvario portando la Croce e quindi il senso di responsabilità; e, dall’altro lato, c’è la passione con il suo significato più moderno e quindi di una soddisfazione da raggiungere, di un qualcosa che si fa con grande amore e con grande volontà. Coniugare allora la capacità che ci è stata data da spendere sul mercato con questa passione, che è assunzione di responsabilità, anche attraverso dei sacrifici – e questo vuol dire sia ridurre, sia rinunciare – ma soprattutto avere una grande soddisfazione e non solo di carattere economico.

D. – Insomma trasformare in risorse quelle difficoltà più volte evocate e, forse, la Dottrina sociale della Chiesa in questo senso è un faro illuminante…

R. – Non solo è un faro illuminante, perché dai risultati dell’indagine – che presenteremo questa sera - è emerso come i nostri giovani ritengano essenziale ripartire dalla Dottrina sociale della Chiesa e da un nuovo modello educativo e formativo. C’è stato un passaggio molto bello e molto interessante, nel quale si parlava di suggerire di integrare nello studio del Catechismo alcuni passaggi della Dottrina sociale della Chiesa - e parlo proprio di quell’ora di religione che viene fatta nelle scuole medie inferiori e superiori – riportando sostanzialmente un modello educativo non solo basato sulla conoscenza, ma basato anche sul rispetto della relazionalità tra le persone stesse. (mg)







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