Come uscire dalla crisi: i giovani dell'Ucid a convegno
Elaborare proposte per uscire dalla crisi economica. E’ l’intento dell’incontro dei
giovani dell’Ucid, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, che prende il via oggi
a Cortina d’Ampezzo. Una tre giorni di riflessioni sul tema: “Talenti e passione”.
Benedetta Capelli ne ha parlato con il presidente dell’Ucid Manlio D’Agostino:
R. – Partiamo
da due presupposti. Il primo è un’analisi, un’indagine che abbiamo condotto, nei mesi
scorsi, all’interno del nostro Movimento giovani per capire quale sia il punto di
partenza di un giovane cristiano che si impegna con responsabilità in ambito lavorativo
e in ambito economico. Da lì cominciano a capire quali sono i punti di forza e di
debolezza. Poi le proposte le cominceremo ad elaborare tutti assieme, con un metodo
molto democratico e molto aperto: per questo utilizziamo la logica del BarCamper,
in cui ognuno può alzare la mano, dire quello che pensa e formulare la sua proposta.
Certamente l’idea di fondo è quella di pensare a delle metodologie che non prevedano
dei sostegni economici – perché sappiamo e siamo coscienti che vogliamo farcela con
le nostre gambe e con le nostre forze - ma c’è poi anche l’idea di darci delle opportunità,
di dare opportunità ai giovani che vogliono realmente scommettersi e valorizzare quelli
che sono dei talenti che sono stati formulati. Quindi una riduzione della burocrazia
e non solo una riduzione della tassazione, ma soprattutto una razionalizzazione dell’imposizione
fiscale: noi troviamo, ad esempio, assurdo che ci siano degli aspetti della fiscalità
che sono realmente ed eccessivamente complessi, di una complessità che di fatto non
si giustifica.
D. –“Talenti e passione” è il vostro tema: come è nata
questa scelta?
R. – Qui giochiamo su due significati per ogni termine.
I talenti sono quelli che ci ha donati il Signore e quindi le capacità; ma il talento
è anche una moneta, una moneta che si spende sul mercato e quindi cerchiamo di contestualizzare
le capacità con quello che è poi un libero mercato. Anche “passione” ha un duplice
significato: la passione cristiana e quindi la Passione di Cristo, il sacrificio,
quell’ascesa verso il Calvario portando la Croce e quindi il senso di responsabilità;
e, dall’altro lato, c’è la passione con il suo significato più moderno e quindi di
una soddisfazione da raggiungere, di un qualcosa che si fa con grande amore e con
grande volontà. Coniugare allora la capacità che ci è stata data da spendere sul mercato
con questa passione, che è assunzione di responsabilità, anche attraverso dei sacrifici
– e questo vuol dire sia ridurre, sia rinunciare – ma soprattutto avere una grande
soddisfazione e non solo di carattere economico.
D. – Insomma trasformare
in risorse quelle difficoltà più volte evocate e, forse, la Dottrina sociale della
Chiesa in questo senso è un faro illuminante…
R. – Non solo è un faro
illuminante, perché dai risultati dell’indagine – che presenteremo questa sera - è
emerso come i nostri giovani ritengano essenziale ripartire dalla Dottrina sociale
della Chiesa e da un nuovo modello educativo e formativo. C’è stato un passaggio molto
bello e molto interessante, nel quale si parlava di suggerire di integrare nello studio
del Catechismo alcuni passaggi della Dottrina sociale della Chiesa - e parlo proprio
di quell’ora di religione che viene fatta nelle scuole medie inferiori e superiori
– riportando sostanzialmente un modello educativo non solo basato sulla conoscenza,
ma basato anche sul rispetto della relazionalità tra le persone stesse. (mg)