Taiwan: gli indigeni dicono "no" ai brogli in vista delle prossime elezioni del 14
gennaio
Il popolo indigeno di Taiwan dice ‘no’ ai brogli e alla corruzione elettorale, rivendicando
- riferisce l'agenzia Fides - un voto trasparente. E’ lo spirito della Dichiarazione
congiunta firmata da mons. John B. Tseng, ausiliare della diocesi di Hwalien e presidente
della Commissione per la pastorale degli Indigeni della Conferenza episcopale regionale
di Taiwan, e dal Rev. Liu A Chun, direttore della Commissione per la Missione degli
Indigeni della Chiesa Presbiterale di Taiwan, in vista delle elezioni presidenziali,
che si terranno il 14 gennaio. “La profonda cultura della popolazione indigena di
Taiwan - si legge nel testo ripreso dall'agenzia Fides - è caratterizzata dal suo
ricco e prezioso spirito di condivisione…. Con l’arrivo delle diverse ondate migratorie
ed il cambiamento sociale ... anche il cuore puro e buono degli indigeni è stato gravemente
inquinato”. In particolare la Dichiarazione denuncia la compravendita del voto, effettuata
da alcuni candidati e da alcuni Indigeni, in aperto contrasto con la coscienza e i
principi morali degli Indigeni stessi, “esercitando sfacciatamente il broglio e la
corruzione elettorale”. Da qui la ferma condanna: “Per la dignità degli indigeni,
dobbiamo eliminare completamente la compravendita dei voti e il broglio; per essere
i migliori indigeni del mondo, rifiutiamoci di votare chi esercita il broglio; per
essere indigeni amati da Dio, la Chiesa forma un Gruppo di membri di diverse tribù
contro il broglio elettorale, al fine di promuovere elezioni trasparenti e pulite”.
Il documento esorta infine a custodire “pulito il cuore e il futuro degli indigeni”,
a costruire “insieme una tribù caratterizzata dalla dignità, dalla carità, dalla speranza,
dalla fiducia, desiderosa di giustizia e gradita a Dio”. (R.G.)