2012-01-12 08:16:42

Congo: i vescovi chiedono rispetto della legalità e condannano la violenza


Rispetto della legalità e della legittimità, ferma condanna delle violenze nel Paese. Questi, in sintesi, i temi all’ordine del giorno che la Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo (Cenco) ha affrontato durante i lavori dell’assemblea plenaria straordinaria che si è conclusa ieri presso il centro Caritas di Kinshasa. I vescovi hanno ribadito ancora una volta la necessità di intervenire al più presto per fermare l’ondata di violenza che potrebbe innescarsi a seguito dei controversi risultati elettorali dello scorso 28 novembre. I presuli congolesi auspicano anche un coinvolgimento dei cristiani nelle iniziative di pace. I lavori assembleari sono stati preceduti da una messa d’invocazione allo Spirito Santo presieduta da mons. Nicolas Djomo, vescovo di Thsumbe e presidente della Conferenza episcopale. Durante i lavori, l’episcopato ha annunciato azioni pacifiche per verificare il risultato delle urne. Al riguardo un documento è stato distribuito sabato scorso in tutte le parrocchie del Paese. Anche l’arcivescovo di Kinshasa, cardinale Monsengwo Laurent Pasinya, ha invitato la popolazione ad azioni pacifiche per indurre a un cambiamento di attitudine del potere politico. Dopo l’esito controverso delle elezioni presidenziali, l’episcopato congolese ha espresso preoccupazione per il clima di tensione e ha chiesto alle forze politiche più dialogo e chiarezza per il bene del Paese; la revisione dei dati elettorali, affidata a una commissione internazionale di verifica, accettata dalle due parti, con una scadenza ben precisa; una vigilanza accurata nei riguardi del conteggio dei voti delle elezioni legislative; un’eventuale condivisione del potere tra il presidente Kabila ed esponenti del partito di Tshsekedi. «Entro tre settimane — sottolinea l’episcopato — i fedeli dovranno essere preparati ad azioni non violente, azioni che, si spera dovrebbero portare a un cambiamento di atteggiamento del potere politico». Dal canto loro anche sacerdoti e religiosi della capitale Kinshasa hanno invitato la popolazione congolese a organizzare azioni non violente di disobbedienza civile per il ripristino della legittimità e della legalità del potere nel Paese dove il clima è abbastanza surriscaldato. Nella regione del Katanga, infatti, è tornato lo spettro di conflitti armati dopo l’evasione del capo ribelle Gédéon Kyungu Mutanga. Mons. Fulgence Muteba Mugalu, vescovo di Kilwa-Kasenga, nel nord della provincia meridionale del Katanga, ha spiegato che «diversi villaggi dell’Haut Katanga si sono svuotati dei loro abitanti, fuggiti in seguito a violenti scontri verificatisi a Mubidi, tra miliziani agli ordini di Mutanga e soldati dell’esercito regolare: in totale si tratta di oltre diecimila civili sfollati. La regione — ha aggiunto il vescovo di Kilwa-Kasenga — sta sprofondando nella violenza, nella psicosi e nella paura. (T.C.)







All the contents on this site are copyrighted ©.