2012-01-11 19:36:57

Incontro a Berlino Merkel-Monti. Il cancelliere tedesco elogia Roma per le riforme


Positivo l’incontro a Berlino fra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il premier italiano Mario Monti. Per la velocità delle riforme la Germania elogia l’Italia che da parte sua sottolinea: i tassi di interesse sul debito pubblico non sono più giustificati. E sulla politica europea il presidente del Consiglio italiano riferirà in Senato mercoledì 25 gennaio. Il servizio di Debora Donnini RealAudioMP3


“L’Italia ha fatto molto sul fronte delle riforme”. Sono di apprezzamento le parole del cancelliere tedesco Angela Merkel che, nella conferenza stampa congiunta con Monti, si dice impressionata per la velocità con cui sono state fatte. E promette: la Germania è pronta a versare di più, se lo fanno anche gli altri, nel fondo salva stati. Per Monti l’Europa può contare su un’Italia pronta a contribuire allo sviluppo ma ora il premier italiano si aspetta un riconoscimento da parte della zona euro che non deve più temere un paese fonte d'infezione per l'Europa. Ci aspettiamo dall'Europa, ha detto, la messa a punto di meccanismi che facilitino la trasformazione di buone politiche in tassi di interesse più ragionevoli. Sul tavolo anche la Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie: entrambi i leader sono favorevoli purché sia presa se non a livello globale almeno a livello europeo dei Ventisette. Favorevole anche il presidente francese Sarkozy mentre contrario resta il primo ministro britannico Cameron. La collaborazione dunque va avanti. Italia, Francia e Germania si ritroveranno il 20 gennaio a Roma.


L’Europa sembra, dunque, spaccarsi sulla “Tobin Tax”, cavallo di battaglia del presidente francese Sarkozy, che ha trovato nella cancelliera tedesca Merkel, e nel premier italiano Monti un appoggio importante. Salvatore Sabatino ne ha parlato con l’economista Francesco Carlà: RealAudioMP3

R. – Qui la contrapposizione è complessa, perché la proposta è dell’Unione Europea, che vuole farla a 27; 27, senza l’Inghilterra sono già 26; poi, a quanto pare, ci sarebbe anche la Danimarca che sarebbe contraria … Insomma, la situazione è abbastanza fluida, in questo momento …

D. – Perché Londra è così contraria alla Tobin Tax? Cosa ci viene a guadagnare, in termini pratici?

R. – L’industria prevalente nel Regno Unito è la finanza. Tassare le transazioni finanziarie per l’Inghilterra significa danneggiare l’industria finanziaria. Ma l’Associazione bancaria tedesca ha già calcolato che le banche ci rimetterebbero dal 5 al 10 per cento del fatturato: ecco, questo è quello che potrebbe succedere in Gran Bretagna ed è per questo che Cameron è così fermamente contrario.

D. – Il fatto che la Gran Bretagna non sia mai entrata nell’area euro, quanto le ha giovato e quanto invece non l’ha avvantaggiata?

R. – In questo momento, le ha decisamente giovato perché le condizioni economiche e finanziarie inglesi non sono compatibili con i tassi così bassi che riesce a pagare quando si indebita perché la sterlina è vista, in questo momento, come un’altra "valuta-rifugio" insieme al dollaro e allo yen e, naturalmente, ai bund tedeschi. Quindi, in questo momento sicuramente da un punto di vista finanziario si sta avvantaggiando. Bisogna vedere però fino a quando e bisogna anche vedere le conseguenze che il costo del denaro, così basso in Inghilterra, sta già creando all’economia inglese, che sta andando in recessione.

D. – Il quanto mai ipotetico ingresso di Londra nell’eurozona porterebbe benefici all’Europa colpita fortemente dalla crisi, oppure no?

R. – Potrebbe portare qualche beneficio, per esempio, in relazione alla famosa possibilità degli eurobond, perché io penso che gli inglesi potrebbero essere d’accordo. Il problema di fondo è che gli inglesi non hanno nessuna intenzione – perlomeno non sotto il governo Cameron – di entrare nell’area Euro.

D. – Questo fronte comune tra Germania, Francia e Italia non potrebbe fare da pungolo per fare cambiare la posizione di Londra?

R. – Da pungolo, non credo, perché anzi, in questo momento, se gli altri 26 veramente introducessero la Tobin Tax la piazza inglese non ne avrebbe un ulteriore vantaggio. Il punto è che, dalle ultime news che vedo, mi sembra già che la posizione di Sarkozy si stia un po’ ammorbidendo – non vorrei che fosse elettorale! – perché ho letto che pensa ad una Tobin Tax simile a quella che c’è già, cioè la tassa sull’acquisto di titoli azionari che in Inghilterra c’è già ed è intorno allo 0,5 per cento. Potrebbe essere anche un “ballon d’essai” francese, legato al fatto che tra tre mesi in Francia si vota … (gf)









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