Incontro a Berlino Merkel-Monti. Il cancelliere tedesco elogia Roma per le riforme
Positivo l’incontro a Berlino fra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il premier
italiano Mario Monti. Per la velocità delle riforme la Germania elogia l’Italia che
da parte sua sottolinea: i tassi di interesse sul debito pubblico non sono più giustificati.
E sulla politica europea il presidente del Consiglio italiano riferirà in Senato mercoledì
25 gennaio. Il servizio di Debora Donnini
“L’Italia
ha fatto molto sul fronte delle riforme”. Sono di apprezzamento le parole del cancelliere
tedesco Angela Merkel che, nella conferenza stampa congiunta con Monti, si dice impressionata
per la velocità con cui sono state fatte. E promette: la Germania è pronta a versare
di più, se lo fanno anche gli altri, nel fondo salva stati. Per Monti l’Europa può
contare su un’Italia pronta a contribuire allo sviluppo ma ora il premier italiano
si aspetta un riconoscimento da parte della zona euro che non deve più temere un paese
fonte d'infezione per l'Europa. Ci aspettiamo dall'Europa, ha detto, la messa a punto
di meccanismi che facilitino la trasformazione di buone politiche in tassi di interesse
più ragionevoli. Sul tavolo anche la Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie:
entrambi i leader sono favorevoli purché sia presa se non a livello globale almeno
a livello europeo dei Ventisette. Favorevole anche il presidente francese Sarkozy
mentre contrario resta il primo ministro britannico Cameron. La collaborazione dunque
va avanti. Italia, Francia e Germania si ritroveranno il 20 gennaio a Roma.
L’Europa
sembra, dunque, spaccarsi sulla “Tobin Tax”, cavallo di battaglia del presidente francese
Sarkozy, che ha trovato nella cancelliera tedesca Merkel, e nel premier italiano Monti
un appoggio importante. Salvatore Sabatino ne ha parlato con l’economista Francesco
Carlà:
R. – Qui
la contrapposizione è complessa, perché la proposta è dell’Unione Europea, che vuole
farla a 27; 27, senza l’Inghilterra sono già 26; poi, a quanto pare, ci sarebbe anche
la Danimarca che sarebbe contraria … Insomma, la situazione è abbastanza fluida, in
questo momento …
D. – Perché Londra è così contraria alla Tobin Tax?
Cosa ci viene a guadagnare, in termini pratici?
R. – L’industria prevalente
nel Regno Unito è la finanza. Tassare le transazioni finanziarie per l’Inghilterra
significa danneggiare l’industria finanziaria. Ma l’Associazione bancaria tedesca
ha già calcolato che le banche ci rimetterebbero dal 5 al 10 per cento del fatturato:
ecco, questo è quello che potrebbe succedere in Gran Bretagna ed è per questo che
Cameron è così fermamente contrario.
D. – Il fatto che la Gran Bretagna
non sia mai entrata nell’area euro, quanto le ha giovato e quanto invece non l’ha
avvantaggiata?
R. – In questo momento, le ha decisamente giovato perché
le condizioni economiche e finanziarie inglesi non sono compatibili con i tassi così
bassi che riesce a pagare quando si indebita perché la sterlina è vista, in questo
momento, come un’altra "valuta-rifugio" insieme al dollaro e allo yen e, naturalmente,
ai bund tedeschi. Quindi, in questo momento sicuramente da un punto di vista finanziario
si sta avvantaggiando. Bisogna vedere però fino a quando e bisogna anche vedere le
conseguenze che il costo del denaro, così basso in Inghilterra, sta già creando all’economia
inglese, che sta andando in recessione.
D. – Il quanto mai ipotetico
ingresso di Londra nell’eurozona porterebbe benefici all’Europa colpita fortemente
dalla crisi, oppure no?
R. – Potrebbe portare qualche beneficio, per
esempio, in relazione alla famosa possibilità degli eurobond, perché io penso che
gli inglesi potrebbero essere d’accordo. Il problema di fondo è che gli inglesi non
hanno nessuna intenzione – perlomeno non sotto il governo Cameron – di entrare nell’area
Euro.
D. – Questo fronte comune tra Germania, Francia e Italia non potrebbe
fare da pungolo per fare cambiare la posizione di Londra?
R. – Da pungolo,
non credo, perché anzi, in questo momento, se gli altri 26 veramente introducessero
la Tobin Tax la piazza inglese non ne avrebbe un ulteriore vantaggio. Il punto è che,
dalle ultime news che vedo, mi sembra già che la posizione di Sarkozy si stia un po’
ammorbidendo – non vorrei che fosse elettorale! – perché ho letto che pensa ad una
Tobin Tax simile a quella che c’è già, cioè la tassa sull’acquisto di titoli azionari
che in Inghilterra c’è già ed è intorno allo 0,5 per cento. Potrebbe essere anche
un “ballon d’essai” francese, legato al fatto che tra tre mesi in Francia si vota
… (gf)