Filippine: il neo governatore musulmano di Mindanao è impegnato nel dialogo interreligioso
Le speranze di pace e di riconciliazione crescono nel Sud delle Filippine, dove vive
una comunità musulmana di oltre 6 milioni di persone, per la maggiore parte residenti
nella “Regione Autonoma Musulmana di Mindanao” (la grande isola nel Sud dell’arcipelago).
Il Presidente filippino Benigno Aquino ha infatti nominato il nuovo Governatore della
Regione Autonoma: si tratta del musulmano Mujiv Hataman, che va a occupare lo scomodo
posto che era stato del discusso Governatore Datu Zaldy Ampatuan, accusato di essere
coinvolto nel massacro di Mauguindanao (nel novembre 2009 furono uccise 58 persone
per motivi politici). Il nuovo Governatore, 39enne, ex membro del Parlamento filippino,
è stato un allievo del Centro per il dialogo interreligioso “Silsilah”, avviato 20
anni fa a Zamboanaga dal missionario del Pime padre Sebastiano D’Ambra, ed è “persona
sinceramente impegnata nel dialogo e nella pace”, dicono fonti locali di Fides. Nel
suo discorso di insediamento, Hataman ha detto. “Creeremo una nuova cultura nella
Regione Autonoma Musulmana, una cultura di buon governo, basata sulla trasparenza
e sulla responsabilità, ancorata alla democrazia, alla partecipazione e alla promozione
sociale”. Padre D’Ambra, alla notizia della nomina, ha inviato una lettera aperta
al governatore, in cui rimarca che quella occupata da Hataman è “una posizione impegnativa,
che può facilitare il processo di pace o far continuare violenza e corruzione a Mindanao”.
Il missionario – nel testo della missiva che ha inviato all’agenzia Fides – sottolinea
che la sicurezza e la pace a Mindanao non dipendono solo dallo stanziamento di truppe
militari: occorre un sforzo di “verità”, fondamento di pace e sviluppo, nell’ottica
di una “reale e genuina autonomia”, che possa fare di Mindanao un esempio, come “appropriata
forma di federalismo”. D’Ambra augura ad Hataman di essere “modello di un leader in
prima linea per il bene comune”, e di ricordare l'impegno in “Silsilah” per promuovere
“la cultura del dialogo, via alla pace, basata sulla trasformazione personale e sociale”.
Per superare conflitti storici, nuovi pregiudizi e forme di diffidenza tra le due
comunità di fede, padre D’Ambra offre un suggerimento al Governatore: seguire l'invito
delle Nazioni Unite, celebrando la prima settimana di febbraio la “Settimana Mondiale
dell’Armonia Interreligiosa”. Questo invito dell’Onu, ricorda il missionario, è stato
ispirato dalla Lettera di 138 leader musulmani del mondo a Papa Benedetto XVI, in
cui si esprimeva il desiderio di lavorare insieme per la pace. (R.P.)