In Siria altre vittime nella repressione. Il presidente Assad: non mi dimetto
Nuova giornata di repressione in Siria. Almeno 27 persone sono state uccise dalle
forze di sicurezza. Tra le vittime ci sarebbe anche una bambina di un anno. Intanto
il governo ha assicurato che ''continuerà' a garantire la sicurezza'' degli osservatori
arabi nel Paese. In mattinata il presidente Assad aveva affermato che non intende
dimettersi e annunciato che a marzo ci sarà un referendum costituzionale. Alessandro
Guarasci
Anche oggi
in Siria una vera mattanza per colpa della repressione voluta dal Presidente Assad.
quindici civili sono stati uccisi nella provincia orientale di Deir Ezzor, dieci nella
provincia centrale di Homs, una in quella centrale di Hama e una nella provincia nord-orientale
di Qamishly. Un bilancio provvisorio, che rischia di aumentare in base alle notizie
che arrivano dai Comitati di coordinamento locale. IL fatto che la situazione sia
tesissima, lo dimostra l’ennesimo ultimatum della Lega Araba, che nel Paese ha inviato
una missione. “La Lega parla una campagna premeditata'' contro di se' e fa notare
che la responsabilita' ''totale'' della protezione della missione nel Paese e' del
governo siriano. In mattinata il presidente Hassad aveva affermato che non si sarebbe
dimesso, perché il popolo è con lui, e poi aveva accusato di ipocrisia la Lega Araba.
In merito agli sconti Assad ha negato l’evidenza: per lui non è mai stato dato ordine
di aprire il fuoco contro i manifestanti