"E’ una sfida notevole
che richiede molta intelligenza. Oggi infatti si rischia spesso di vivere di slogan
e frasi fatte. Internet permette di accendere una presenza della Chiesa in rete
e quindi dobbiamo approfittare anche di questa grande opportunità. Spesso noi
offriamo delle risposte a gente che non pone domande. Quando, invece, a bussare alla
porta di un cardinale c’è qualcuno che in rete sceglie di seguirlo, bisogna guardare
con molta attenzione a questo fenomeno". A commentare la notizia della diffusione
su Twitter delle omelie del cardinale Gianfranco Ravasi, Don Mario Aversano, direttore
del Centro diocesano per le vocazioni e Rettore del Seminario minore di Torino.
"Twitter dà la possibilità non solo di raggiungere l’universo giovanile - precisa
don Mario - ma anche professionisti. Difficile pensare che 140 caratteri possano stamparsi
nell’antologia personale degli utenti, però su Twitter si sceglie di seguire qualcuno,
quindi viene enfatizzata la relazione rispetto al messaggio, e fidelizzare un rapporto
con una persona è molto significativo, proprio oggi che - anche dal punto di vista
spirituale - c’è il rischio di saltare da un cantone all’altro". Il gesuita P. Massimo
Pampaloni (Vice Rettore del Pontificio Istituto Orientale) e Don Manlio Sodi (autore
del Dizionario di Omiletica) approfondiscono poi i criteri per preparare delle buone
omelie. (a cura di Antonella Palermo)