2012-01-09 15:34:39

Le mani della mafia sull'impresa del gioco d'azzardo. Pubblicato un rapporto di Libera


E’ considerata la terza impresa in Italia, l’unica con un bilancio sempre attivo e un fatturato legale annuo stimato in oltre 76 miliardi. E’ la macchina del gioco d’azzardo, spesso terreno d’affari per la criminalità organizzata. Il tema è al centro del dossier "Azzardopoli", curato dall’Associazione Libera e presentato questa mattina a Roma. Il servizio è di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Oltre 76 miliardi di fatturato legale, 10 miliardi di quello illegale: produce tanto il gioco d’azzardo in Italia. Un settore che offre lavoro a 120 mila persone e mobilita il 4% del pil nazionale, con guadagni due volte superiori a quanto le famiglie spendono per la salute, otto volte rispetto a quanto riversato sull’istruzione. Circa 1260 gli euro pro-capite spesi tra video poker, slot machine, gratta e vinci, sale bingo, nell’illusione che un colpo di fortuna possa cambiare la vita. Speranze che per tanti si trasformano in una trappola economica e psicologica e delle quali approfitta la mafia: si contano in 41 i clan interessati. Daniele Poto, curatore del dossier Libera Azzardopoli:

R. - Le mafie entrano sia nel gioco legale che nel gioco illegale, attraverso il riciclaggio, attraverso la gestione diretta di punti scommessa, attraverso l'usura o la gestione diretta di apparecchi più o meno legali…

D. - E poi c’è il caso dell’acquisto da parte dei clan dei biglietti vincenti di lotteria, superenalotto, gratta e vinci… Si arriva a intercettare il vincitore per acquistare quel biglietto ad un prezzo, sì maggiorato, ma per poter riciclare i soldi…

R. - Questo è addirittura sorprendente: è stata una pratica confermata anche dal procuratore antimafia, Diana Di Martino..

La Lombardia è la regione dove si spende di più per il gioco, ma il primato tra le città ce l’ha Roma con 294 sale. Su un totale di 2 milioni di giocatori a rischio dipendenza sono 800 mila quelli patologici. L’azzardo – come detto dal card. Bagnasco – è una vera e propria droga. Matteo Iori, presidente della Onlus Papa Giovanni XXIII:

“Una patologia che si manifesta in svariate forme: abbiamo sotto gli occhi quelle del video poker ma abbiamo anche una patologia da gratta e vinci, cioè di chi compulsivamente non può fare a meno ogni giorno di 'grattare' per vedere se ha vinto. E, naturalmente, se avrà vinto avrà comunque perso, perché 90 volte su 100 reinvestirà la modesta vincita sull’acquisto di nuovi gratta e vinci”.

Libera sollecita le istituzioni ad intervenire su questa calamità economica e sociale a livello normativo, educativo, culturale, formativo e di informazione.(bi)







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