Il Papa agli ambasciatori, più impegno per la libertà religiosa
'Quando Benedetto
XVI denuncia che la libertà religiosa è un diritto ancora limitato o schernito ci
ricorda innanzitutto che nel mondo si continuano ad ammazzare cristiani'. Il sociologo
Massimo Introvigne, responsabile uscente dell'Osce per le discriminazioni
verso i cristiani, commenta così le parole del Papa al Corpo Diplomatico
accreditato presso la Santa Sede. 'Centocinquemila morti all'anno, uno ogni cinque
minuti, come ho detto più volte durante il mio mandato Osce, sono cifre di un vero
e proprio genocidio' spiega. 'Ma il Papa ci ricorda anche che è in atto una 'pulizia
religiosa' che assomiglia molto alla pulizia etnica. Si attua attraverso costellazioni
di attentati terroristici che non riescono ad eliminare le comunità di un paese ma
le spaventano talmente da indurre la maggioranza dei cristiani a fuggire'. 'Il terzo
fenomeno che ci suggerisce il Pontefice è l'emarginazione dei cristiani dalla vita
politica attraverso strumenti che comprendono anche la diffamazione e il ridicolo.
E' un atteggiamento che si verifica anche da noi in Occidente e il Papa ci ha ricordato
che questa emarginazione riguarda temi come la tutela della famiglia, la libertà di
educazione e la vita'. 'Distinguendo inoltre le diverse dimensioni - individuale,
collettiva e istituzionale - della libertà religiosa - continua Introvigne - il Papa
ci ricorda implicitamente che in alcuni paesi in via di sviluppo si fanno solenni
affermazioni sulla libertà religiosa ma la si intende semplicemente come un diritto
individuale. Se la Chiesa non può manifestarsi pubblicamente stampando giornali o
aprendo scuole quella libertà non c'è più'. 'Ma anche in Occidente - aggiunge il sociologo
- circolano teorie giuridiche pericolose che riducono la libertà religiosa a libertà
di coscienza. Quest'ultima è una dimensione fondamentale, ma perché ci sia piena
libertà religiosa è necessario che alla Chiesa - specie nei paesi di antica tradizione
religiosa - sia riconosciuta istituzionalmente l'importanza del compito che essa svolge'.
Nel discorso al Corpo diplomatico - ricorda infine Introvigne - Benedetto XVI ha denunciato
nuovamente l'emarginazione della religione dall'educazione che si riduce così a un'educazione
meramente tecnica'. 'Come il Santo Padre ha ricordato ad Assisi c'è la minaccia
di un ondamentalismo religioso che porta alla violenza, ma resta sempre l'altra minaccia
simmetrica di un laicismo che emargina la religione sradicando le radici di tanti
nostri paesi che sono innegabilemnte cristiani. E in un momento di crisi essere senza
radici colpisce tutti in modo molto doloroso'. Il teologo musulmano Adnane
Mokrani, docente alla Pontificia Università Gregoriana e al Pisai, sottolinea
invece le riflessioni sulla 'primavera araba' contenute nell'ampio discorso di Benedetto
XVI agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. 'Il Papa - spiega - ha sottolineato
i valori, il contenuto di questo cammino. E' facile distruggere i dittatori, ma ricostruire
la società civile, inventare una tradizione democratica è un impegno assai complicato.
Benedetto XVI ha toccato il punto essenziale ricordando che l'obiettivo primario debbono
essere la dignità della persona umana e i diritti fondamentali'. 'Attualmente
- spiega il teologo di origine tunisina - l'assemblea costituente tunisina sta scrivendo
la nuova costituzione della seconda repubblica e questo messaggio del Papa è molto
importante per questo cammino istituzionale perché sottolinea la centralità della
persona umana'. 'E' poi importante l'appello del Pontefice alla comunità internazionale
a dialogare con le persone e le società che sono gli attori della Primavera araba.
E' un appello che va oltre il dialogo interreligioso e abbraccia l'umanità in
un cammino difficile di cambiamento. Oggi serve una solidarietà internazionale, una
accompagnamento di questi popoli che cercano la libertà e la democrazia nonostante
le difficoltà'. (a cura di Fabio Colagrande)