Unicef: tornano a scuola i bambini della Libia e delle Filippine, importante segno
di normalità
A un anno dalla chiusura delle strutture causata dalla rivoluzione popolare che ha
condotto al rovesciamento del leader Muammar Gheddafi, circa un milione e 200mila
bambini libici oggi sono tornati sui banchi di scuola. A comunicarlo è l’Unicef, l’agenzia
delle Nazioni Unite che si occupa di minori e infanzia, secondo la quale il ministero
dell’Istruzione libico ha provveduto a mandare in stampa 27 milioni di testi scolastici,
dieci dei quali sono già stati consegnati agli studenti. Restano, però, problemi come
il trasporto da e per la scuola e la condizione delle attrezzature scolastiche, stando
a quanto riferito dal direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il nord
Africa, Maria Calivis, che definisce, tuttavia, la giornata di oggi “una grande conquista
per il popolo libico”. Le autorità della Libia, inoltre, proprio in collaborazione
con l’Unicef, hanno lavorato per eliminare le macerie e rimuovere le mine inesplose
nelle aree dove sorgono le scuole e hanno ristrutturato diversi edifici. “Investire
in un sistema educativo inclusivo, infatti – ha detto Calivis – è il primo passo verso
la costruzione di un Paese tollerante e produttivo”. Qualche giorno fa sono tornati
a scuola anche i piccoli allievi delle Filippine, appena due settimane dopo il passaggio
della violentissima tempesta tropicale Washi che ha messo in ginocchio gran parte
del Paese e ha causato quasi mezzo milione di sfollati, di cui 200mila sono, appunto
bambini. Nonostante i danni, la mancanza dell’acqua corrente in alcune strutture che
viene fornita tramite autocisterne e la trasformazione di scuole e asili in centri
per gli sfollati, infatti, molti degli sforzi si sono concentrati sul ritorno a scuola
dei bambini, ospitati sia in edifici che in tende: un importante segno di normalità
che combatte l’ansia e lo stress provocato dal disastro. (A cura di Roberta Barbi)