Nigeria: violenze anticristiane, otto morti per un attacco in una chiesa
Continuano le violenze contro i cristiani in Nigeria, dove nella notte otto persone
sono state uccise durante un attacco ad una chiesa nello Stato di Adawama. Intanto,
centinaia di persone hanno lasciato le loro abitazioni nella città di Potiskum, nel
nordest del Paese, dopo gli scontri a fuoco tra islamisti e forze di sicurezza. Sulla
situazione nel Paese africano Fabio Colagrande ha intervistato padre Franco
Moretti, direttore di Nigrizia:
R. - Siamo
di fronte al fatto che una popolazione si trova in un Paese molto ricco, benedetto
dall’alto con immense risorse – soprattutto petrolio – ma dove la popolazione, soprattutto
nel Nord del Paese, stenta a godere di questi beni, di queste risorse. Se ci fosse
più giustizia e più armonia sociale, questi scontri diminuirebbero e forse cesserebbero.
D.
– Nel Paese continuano le tensioni sociali legate anche all’aumento del prezzo della
benzina, che è raddoppiato dall’inizio dell’anno. C’è qualche collegamento tra queste
violenze e la situazione sociale ed economica?
R. – Noi abbiamo l’incontro
tra le popolazioni animiste e cristiane con le grandi masse islamiche. Teniamo presente
che il nome del movimento Boko Haram vuol dire, in sostanza, che tutto ciò che è occidentale
è anatema, quindi è peccato e va evitato. Sono fondamentalisti. Dunque, ci sono due
visioni religiose che si scontrano e tuttavia il carburante vero di questo scontro
è dato dal fatto che gli uni hanno goduto della modernità, sono andati a scuola, hanno
mezzi per migliorare la qualità della vita, e gli altri, invece - anche per tradizione
- non hanno mai goduto davvero di questo nuovo progresso. (ap)