2012-01-07 13:49:50

Australia: una proposta di legge minaccia gli enti caritativi. L’appello del Catholic Health


Il direttore generale del Catholic Health Australia (Cha), Martin Laverty lancia l’allarme sul rischio sopravvivenza che potrebbero correre i servizi di assistenza dedicati alle fasce più svantaggiate della popolazione australiana se si concretizzasse l’intenzione espressa dal governo federale di Canberra di definire, dal punto di vista legale, la natura degli enti caritativi. Nel bilancio di previsione 2011-2012, infatti, come scrive L’Osservatore Romano, l’esecutivo ha inserito l’introduzione, a partire dal primo luglio 2013, della definizione legale del termine “carità” da applicare a tutti gli enti che non operano a scopo di lucro, in modo da far usufruire delle agevolazioni fiscali previste solo le attività connesse con l’assistenza ai più deboli e non le attività commerciali ad essa correlate. Per distinguere le categorie, inoltre, il governo formerà una commissione che si occuperà, appunto, di regolamentare il settore, in modo che i redditi provenienti dalle attività commerciali vengano più o meno tassati. L’appello di Laverty riguarda proprio il rischio che si apra “la porta a una pignoleria legale” che potrebbe portare a una grande incertezza “per i poveri e gli emarginati che dipendono solo ed esclusivamente dal sostegno degli enti caritativi”. Da oltre un secolo, infatti, le agenzie australiane no profit operano in modo efficace in base al diritto comune adottato dal 1601 dalla legge britannica. Un altro punto molto discusso è la definizione legale del termine “beneficio pubblico” da utilizzare, secondo l’interpretazione del governo, solo nei casi in cui le agenzie no profit possano essere identificate come enti caritativi. “Tale definizione restrittiva – ha aggiunto Laverty della Cha, che rappresenta 75 ospedali e 550 residenze per anziani cattoliche – potrebbe alterare completamente lo scenario della beneficenza australiana escludendo alcune associazioni dalla categoria delle charities. Le charities – ha concluso – offrono tanto a questo Paese e non devono essere colpite da tentativi ben intenzionati di controllare queste organizzazioni”. (R.B.)







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