Escalation di violenza in Iraq a poche settimane dalla fine della missione internazionale
nel Paese. Sono circa 70 le vittime di oggi. Nel mirino degli attentatori due quartieri
a maggioranza sciita di Baghdad. La prima esplosione è stata provocata da una motobomba
a Sadr City ed ha investito in pieno operai edili. Nella stessa zona, poco dopo la
prima deflagrazione, due ordigni posti al bordo di una strada sono scoppiati in rapida
successione all’altezza di un incrocio nei pressi di un ospedale. Altre due bombe
sono esplose a Kadhmiyah, uccidendo 12 persone e ferendone una ventina. Trenta pellegrini
sciiti sono poi rimasti uccisi per la deflagrazione di un ordigno ad ovest di Nassiriya.
Un’escalation di violenze che preoccupa anche il segretario generale dell’Onu, Ban
Ki-moon, per il quale è necessario anche risolvere le tensioni politiche. “E’ essenziale
– ha detto – che le parti appianino le proprie divergenze rispettando la Costituzione
e i principi della separazione dei poteri, dello stato di diritto e di una magistratura
indipendente”. Ieri il premier Al Maliki ha ritirato le deleghe a due ministri sunniti
perchè non hanno partecipato all’ultima riunione di governo. Una scelta in segno di
protesta contro l’arresto del vice presidente Tareq al-Hashemi, accusato di legami
con il terrorismo.(a cura di Benedetta Capelli)