Myanmar: il governo commuta in ergastolo la pena capitale
Svolta sul fronte dei diritti umani nel Myanmar: a tutti i condannati a morte la pena
è stata commutata in ergastolo, in quella che gli osservatori definiscono “una abolizione
di fatto della pena capitale”. L’annuncio si inserisce nell’ambito del nuovo provvedimento
di amnistia, annunciato dal governo, che ha riguardato centinaia di prigionieri. Se
si pensa che ciò avviene in un Paese dove la repressione violenta è stato uno strumento
utilizzato in modo feroce per decenni, rileva l’agenzia Fides, il provvedimento adottato
dal presidente Thein Sein è realmente significativo. Per Stefano Argentino, coordinatore
della Campagna per l’abolizione della pena di morte, per l’area Europa e Asia, della
Comunità di Sant’Egidio, questa notizia “rappresenta una vera svolta per il pieno
rispetto del diritto alla vita e dei diritti umani”. “Si tratta – spiega a Fides –
di un provvedimento importantissimo, inatteso e sorprendente. Solo fino a pochi mesi
fa si pensava che la pena capitale fosse intoccabile in Myanmar. Questo è un segno
di speranza che conferma l’avvio di un nuovo corso, in cui si affermi il pieno rispetto
della dignità dell’uomo”. In Myanmar, nonostante le continue condanne, la pena capitale
non viene applicata di fatto dal 1988. (A.G.)