Usa: al via in Iowa le primarie repubblicane, l’economia al centro del voto
Al via, oggi, con i “caucus” in Iowa, le primarie del partito Repubblicano da cui
emergerà il nome dello sfidante di Barack Obama alle presidenziali del prossimo 6
novembre. I sondaggi della vigilia registrano una frammentazione dell’elettorato repubblicano.
Un dato su cui si sofferma l’americanista de “La Stampa”, Alberto Simoni, intervistato
da Alessandro Gisotti:
R. – Il
Partito repubblicano è spaccato, non ha ancora trovato un leader attorno al quale
riunirsi e compattarsi. Ronald Reagan e George W. Bush riuscirono a “corteggiare”
ed anche ad essere amati da tutte le componenti del mondo repubblicano e conservatore:
penso al blocco libertario, ai neo-conservatori, agli evangelici, ai moderati, ai
“falchi” in politica estera. Attualmente, invece, i contendenti non riescono ad attrarre
altro che il loro gruppo, la loro nicchia di riferimento.
D. – C’è una
certa disaffezione, da parte dell’elettorato, nei confronti non solo del Partito repubblicano
ma anche nei confronti dello stesso Obama…
R. – Non è un caso che la
popolarità di Obama sia ormai sotto – e talvolta anche abbondantemente – sotto al
50 per cento. Questo per dire che, probabilmente, quelli che erano i grandi segnali
e le grandi aperture di Obama non erano realizzabili nel 2008. Si è visto poi, in
questi quattro anni, che effettivamente questi segnali ed aperture non sono state
realizzate.
D. – L’economia si conferma il tema forte e predominante
di queste elezioni, anche nelle primarie repubblicane…
R. – Assolutamente.
L’economia, i posti di lavoro, il ruolo dell’America. In mancanza di grandi crisi,
la politica estera è destinata a giocare un ruolo minore. Probabilmente è anche per
questo che alla fine i repubblicani dovranno, ob torto collo, affidarsi a Mitt Romney,
che - in quanto a conoscenza dell’economia - sarebbe di certo lo sfidante più credibile
e favorito nei confronti di Obama. (vv)