Sud Sudan: nello Stato di Jonglei migliaia di sfollati senza assistenza
Mancanza di acqua potabile, cibo e assistenza medica stanno aggravando l’emergenza
umanitaria nello Stato di Jonglei, dove gli scontri tra le comunità di allevatori
Lou-Nuer e Murle hanno provocato almeno 25.000 sfollati: lo dice all'agenzia Misna
padre Edward Joseph Deng, parroco nella regione della crisi. “La gente – sottolinea
padre Deng – sta soffrendo: mancano l’acqua potabile e i generi alimentari ed è forte
il rischio di epidemie”. Il parroco parla da Bor, la capitale dello Stato di Jonglei,
dalla quale dipendono le chiese dell’area di Pibor dove si sono concentrate le violenze.
Oltre all’emergenza sfollati a preoccupare è il destino di migliaia di civili che
vivono a Pibor, una città assediata da circa 6000 Lou-Nuer armati. Il timore di un
loro ingresso nel centro urbano, abitato per lo più da Murle, ha spinto il governo
a inviare nell’area centinaia di militari e circa 2000 poliziotti. Queste misure,
che si aggiungono al dispiegamento di un contingente di peacekeeper dell’Onu, potrebbero
però non essere sufficienti. Secondo l’Organizzazione non governativa locale South
Sudan’s Human Rights Society for Advocacy (Sshursa), per ripristinare condizioni di
sicurezza accettabili e ridurre la possibilità di nuovi scontri bisognerebbe creare
“zone cuscinetto” tra le due comunità. Negli ultimi giorni le violenze hanno costretto
a sospendere le sue attività umanitarie anche Medici senza frontiere, l’unica Ong
straniera presente a Pibor. Le violenze tra Luo-Nuer e Murle sono riprese nel fine-settimana,
meno di un mese dopo scontri che avevano causato almeno 40 vittime nei pressi di Bor.
Le tensioni tra le comunità, quasi sempre legate al controllo dell’acqua e dei pascoli,
sono uno dei problemi principali del Sud Sudan divenuto l’anno scorso indipendente
da Khartoum dopo una lunga guerra civile. (R.P.)