Irlanda: mons. Martin auspica l’avvio di un dibattito “maturo” sul ruolo della fede
nella società
L’avvio di un dibattito “maturo” sul ruolo della fede nella società che eviti rappresentazioni
caricaturali della religione, ma anche il riconoscimento che, nonostante gli scandali,
il contributo della Chiesa in Irlanda è stato nell’insieme positivo. Questo l’auspicio
per il 2012 espresso dall’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin. Nell’omelia
per la Messa celebrata il 1° gennaio nella capitale alla presenza del Premier Enda
Kenny, di diversi ministri e parlamentari della Repubblica, il presule ha ricordato
che “la Chiesa cattolica è la fede della maggioranza degli irlandesi”, e “ha avuto
un’influenza dominante sui valori che mantengono intatto il nostro tessuto sociale”.
E tuttavia, ha rilevato, “oggi esiste una situazione nuova che richiede un nuovo
modo di interagire tra Chiesa e Stato: la fede in Gesù Cristo non può essere imposta
a nessuno”, perché quando “si tenta di imporre una fede su una società” essa viene
inevitabilmente snaturata. Anche se ci sono stati “momenti bui nella storia della
Chiesa cattolica” in cui alcuni suoi membri hanno abusato del loro mandato, ha proseguito
l’arcivescovo di Dublino citato dal quotidiano “The Irish Catholic”, “il contributo
di singoli credenti e della Chiesa come istituzione allo sviluppo dell'Irlanda e alla
cultura della società irlandese è stato nell’insieme positivo. Ed è proprio sugli
aspetti positivi del nostro passato - ha sottolineato - che dovrebbe basarsi un dialogo
maturo e aperto al futuro tra Chiesa e cultura irlandese ". Mons. Martin ha riconosciuto
che le critiche "o anche il rifiuto della Chiesa cattolica e di ciò che rappresenta
sono legittime. Ma – ha chiosato - la critica è una cosa diversa da una caricatura
negativa e cinica della fede. Ridicolizzare la fede non serve molto a costruire nella
società valori durevoli” e “una società che cerca solo risposte immediate è la meno
adatta a individuare questi valori”. L’avvio di tale dialogo, ha sottolineato, richiede
anche “un rinnovamento interno” della Chiesa. In questo senso, ha concluso, il prossimo
Congresso Eucaristico Internazionale di Dublino deve essere per i cattolici irlandesi
un’occasione “per riflettere su ciò che la loro fede in Gesù Cristo significa nella
società di oggi”. (L.Z.)