2012-01-03 15:38:56

I progetti del neodirettore del Festival del cinema di Venezia, Alberto Barbera


Il cinema dell'anno trascorso, quello del nuovo anno e la Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia: il neo-direttore del festival veneziano, Alberto Barbera traccia per la Radio Vaticana un consuntivo e suggerisce le aspettative. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Attento ai sintomi che attraversano il mondo del cinema, le sue pulsioni artistiche, i suoi handicap produttivi, le tendenze e gli stili, i desideri del pubblico e i progetti dei registi, Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema di Torino e da pochi giorni nominato dal Consiglio d'amministrazione della Biennale di Venezia – presieduto da Paolo Baratta – alla guida della Mostra veneziana; una responsabilità che lo porterà a contatto con tutte le cinematografie del mondo, traccia per Radio Vaticana un bilancio dell'anno appena concluso:

R. - Mi sembra sia stato un anno ricco di contraddizioni. Alcuni grandissimi film, penso per esempio ai film internazionali, e alcune conferme assolutamente interessanti, per quel che riguarda il nostro cinema, per esempio il film di Sorrentino che, anche se non ha convinto tutti, è un film coraggioso che ha saputo misurarsi con il mercato internazionale in un contesto che certamente non è incoraggiante, non è entusiasmante. È vero che il cinema sta attraversando, purtroppo, una lunga fase di transizione di cui si stenta a vedere la fine. E questo forse spiega, anche in parte, questa continua emorragia di spettatori, che è forse, la cosa che preoccupa di più.

D. - Mentre per il 2012, cosa ci dobbiamo aspettare dal mondo del cinema?

R. - Temo che purtroppo per l’anno prossimo non ci siano all’orizzonte cambiamenti così significativi da far sperare in una trasformazione positiva e radicale. Mi pare che il cinema proceda un po’ a tentoni. C’è da sperare che forse qualche luce rischiari questo 2012.

D. - Lei ritorna, dopo dieci anni, a dirigere la kermesse veneziana: quale tipo di Mostra sarà la 69.ma, che si aprirà il prossimo 29 agosto?

R. - Intanto, io ho scelto di non abbandonare il Museo del cinema, un progetto nel quale credo tantissimo, che mi appassiona. Per quanto riguarda la Mostra, sto cominciando a ragionare su un progetto. Credo che le condizioni siano cambiate così tanto in questi dieci anni che davvero si debba un po’ ripensare al Festival nel suo insieme, nel suo complesso, la forma e la formula. Intanto, penso a una Mostra molto più snella. Sono assolutamente contrario a questa tendenza bulimica che tutto in il resto del mondo hanno coltivato in questi ultimi anni, lavorando più sulla quantità che sulla qualità della selezione. Vorrei poi lavorare secondo due direttrici: da una parte, tentare di riposizionare Venezia nel contesto del mercato internazionale, e dall’altra parte penso che, oggi, nessun festival possa accontentarsi di essere soltanto e semplicemente una vetrina. E quindi in questo senso, bisogna pensare a progetti in una logica di attività permanente che davvero sono – credo – la carta qualificante, vincente per qualsiasi festival che voglia misurarsi con la realtà contemporanea del cinema.(bi)







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